Quando il videogioco non è accessibile

Quando il videogioco non è accessibile

La battaglia personale di un giovane disabile porta il tema dell'accessibilità all'attenzione dell'industria videoludica. Il divertimento accessibile è un diritto?
La battaglia personale di un giovane disabile porta il tema dell'accessibilità all'attenzione dell'industria videoludica. Il divertimento accessibile è un diritto?


Mobile (USA) – Un videogioco online può essere molto di più che un semplice passatempo. Specie per chi soffre di condizioni patologiche debilitanti che ne limitano la mobilità: è il caso di Nick Dupree , giovanissimo statunitense portatore di distrofia muscolare costretto su una sedia a rotelle.

Come qualsiasi ragazzo, il giovane Nick ha voglia di vivere, di socializzare, di allargare i propri orizzonti. Ed è così che ha scelto lo strumento dei videogiochi multiutente per entrare in contatto con il mondo esterno – senza dover uscire di casa.

Nick può muovere soltanto due dita della mano e finora è riuscito a divertirsi senza troppi problemi con il suo gioco preferito, Star Wars Galaxies . L’ultimissimo aggiornamento a questo software prodotto dalla LucasArts , però, ha ora introdotto obbligatoriamente l’uso contemporaneo di tastiera e mouse.

Purtroppo, come ha reso noto la celebre rivista Wired , Nick non può giocare . “Con questo ultimo aggiornamento”, sostiene il giovane, “io sono tagliato fuori. Non posso più muovere il mio personaggio sullo schermo”. LucasArts, stando a quanto riportato da Wired, ha già accolto la richiesta di Nick Dupree e sta pensando ad una ulteriore patch per non escludere le persone disabili.

Attivista del Movimento Internazionale per i Diritti dei Disabili , Nick Dupree intende portare il tema dell’accessibilità all’attenzione della grande industria videoludica, come si legge sul suo blog . “Il rischio è che la fetta demografica di utenti disabili continui ad essere trascurata”, sostiene Dupree.

La International Game Developers Association ha già considerato questo problema e da qualche anno ha promosso un gruppo di studio per cercare di capire ed affrontare questa delicatissima questione. “L’accessibilità è un impegno per i programmatori del settore”, sostiene un portavoce IGBA, “e dobbiamo lavorare insieme per costruire giochi sempre più grandiosi ma soprattutto sempre più accessibili”.

Nick Dupree non demorde ed è convinto che la sua crociata personale possa diventare il motore di un lento cambiamento: “Non voglio che i governi regolamentino i videogiochi, imponendo dure misure obbligatorie per favorire l’accessibilità”, dichiara Dupree, “ma per ottenere qualche cambiamento, sono convinto, basta boicottare quelle aziende che non introducono alcuna facilitazione per i videogiocatori disabili”.

“I governi hanno regolamentato solo l’accessibilità visiva delle pagine web”, conclude il giovane, “ed il loro intervento a favore dei disabili nel cyberspazio si è fermato lì”. “Ed io”, aggiunge con gelido sarcasmo, “non sono affatto cieco”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 20 dic 2005
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