Microsoft censura un blogger cinese

Microsoft censura un blogger cinese

Dopo la richiesta del Governo, secondo l'azienda era l'unica cosa da fare perché in Cina parlare di certe cose è vietato. Non servono le proteste dei sostenitori dei diritti civili
Dopo la richiesta del Governo, secondo l'azienda era l'unica cosa da fare perché in Cina parlare di certe cose è vietato. Non servono le proteste dei sostenitori dei diritti civili


Roma – La maggiore softwarehouse del mondo, Microsoft, ha deciso di bloccare le pagine web di un blog ospitato sul proprio servizio di blogging offerto agli utenti cinesi: una censura richiesta dalle autorità di Pechino secondo cui quello spazio web trattava temi illegali, questioni come democrazia o diritti civili.

In particolare, il blog di An Ti by Zhao Jing è incorso nella censura dopo aver pubblicato alcune notizie attorno alla recente mobilitazione dei lavoratori di un quotidiano di Pechino, una diffusione di informazioni sgradite al regime e quindi vietate.

Brooke Richardson, dirigente della divisione MSN di Microsoft, ha confermato che l’ordine di censurare il sito è giunto dal governo pechinese. “Quando operiamo all’estero, dobbiamo assicurarci che il nostro servizio sia in linea con le leggi internazionali ma anche con le norme e leggi locali”.

Non è un caso che il servizio di hosting dei blog offerto da MSN in Cina, alla stregua di quelli offerti dai propri competitor, occidentali e non, metta al bando una serie di temi e persino di parole: il termine “democrazia”, ad esempio, non può essere usato liberamente, così come la locuzione “diritti umani”. Disposizioni che sono richieste dalle autorità cinesi alle società occidentali che vogliano operare su quel mercato.

L’organizzazione internazionale dei giornalisti Reporters sans frontières (RSF) ha stigmatizzato la censura che, come le altre già documentate in passato da parte di vari attori dello scenario tecnologico internazionale che operano in Cina, secondo RSF “violano la libertà di espressione così come definita nella Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, proclamata dalle Nazioni Unite all’atto della sua fondazione e che si applica a tutti, comprese le corporation”.

Le critiche che in questi giorni stanno assediando Microsoft ricordano da vicino quelle che hanno travolto Yahoo! nei mesi scorsi, quando la stessa RSF rese noto come i log degli accessi forniti da Yahoo! al regime cinese hanno consentito alle autorità pechinesi di condannare a 10 anni di carcere un giornalista che aveva osato elevare critiche a Pechino sfruttando i servizi della celebre net company americana.

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Pubblicato il
9 gen 2006
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