Un premio ai padri del CCD

Un premio ai padri del CCD

National Academy of Engineering alla fine di febbraio consegnerà un premio di riconoscimento a Willard S. Boyle e George E. Smith, i ricercatori che nel 1969 inventarono i sensori delle cam digitali
National Academy of Engineering alla fine di febbraio consegnerà un premio di riconoscimento a Willard S. Boyle e George E. Smith, i ricercatori che nel 1969 inventarono i sensori delle cam digitali


Washington (USA) – La National Academy of Engineering il 21 febbraio renderà omaggio a Willard S. Boyle e George E. Smith, i due scienziati che nel lontano 1969 inventarono il CCD (Charge-Coupled Device), ovvero il cuore delle attuali camere digitali.

Ad ascoltare i primi commenti dei premiati, entrambi sottolineano come la loro scoperta sia stata frutto di serendipità . “Avevamo sempre tante idee, ma la maggior parte non funzionavano”, ha dichiarato Boyle.

Presso i Bell Laboratories alla fine degli anni ’70 i due ricercatori erano impegnati nello studio dei metodi di archiviazione dati sui semi-conduttori. Quasi per caso svilupparono il primo CCD, capace, appunto, di catturare immagini in digitale.

La superficie dei CCD è composta da semi-conduttori che riescono a trattenere una carica elettrica proporzionale all’intensità della luce che li colpisce. Le informazioni vengono poi elaborate per dar vita alle fotografie digitali. Da allora i CCD sono stati utilizzati non solo per le camere digitali, ma anche per i telescopi spaziali, le apparecchiature mediche e tanti altri dispositivi ottico-digitali.

La National Academy of Engineering è una delle National Academy create dal Congresso statunitense come advisory per la scienza e la tecnologia. In concomitanza con la premiazione dei due ricercatori, verrà consegnato il Bernard M. Gordon Prize ai fondatori della Learning Factory , un programma di educazione accademica che ha permesso a migliaia di studenti di confrontarsi con ricerche legate all’industria. Learning Factory è il frutto della collaborazione di varie università, i National Labs e 36 aziende.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
11 gen 2006
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