Londra, difficoltà con i passaporti biometrici

Londra, difficoltà con i passaporti biometrici

UK Passport Service ha dichiarato che il margine di errore dello scanning facciale degli e-passport è del 14%; le organizzazioni per il diritto alla privacy sostengono che sia molto più alto
UK Passport Service ha dichiarato che il margine di errore dello scanning facciale degli e-passport è del 14%; le organizzazioni per il diritto alla privacy sostengono che sia molto più alto


Londra – Le soluzioni di riconoscimento biometrico facciale dei passaporti elettronici non sarebbero ancora totalmente affidabili, secondo le ultime dichiarazioni ufficiali del UK Passport Service . L’ente anglosassone ha ammesso che il margine di errore – nei riconoscimenti – è ancora piuttosto elevato. Se durante tutto il periodo autunnale di test gli errori si contavano in uno ogni sette documenti, adesso le statistiche hanno evidenziato un leggero miglioramento: uno ogni dieci passaporti.

Questo leggero abbassamento del rating negativo, secondo UKPS, è dovuto all’ aggiornamento delle linee guida per la realizzazione delle foto. I passaporti elettronici integrano un chip che, oltre a memorizzare tutti i dati del cittadino, dispongono della versione digitale della sua foto personale. Lo scanning, per raggiungere il massimo dell’efficienza, ha bisogno di un immagine ad alta qualità e conforme alle nuove specifiche. In passato, molti cittadini avevano fornito fotografie realizzate con stampanti di casa con risoluzioni da pochi DPI. Adesso, con indicazioni specifiche che sottolineano l’esigenza di un’espressione “neutrale”, senza sorrisi , l’uso di carta di qualità e una risoluzione di 1200 dpi , le performance di scanning potrebbero migliorare sensibilmente.

“Il riconoscimento facciale è già utilizzato in altri settori, ma questa soluzione è decisamente più avanzata perché in grado di confrontare i dati biometrici archiviati sul chip con un’immagine live catturata durante i controlli all’aeroporto. Comunque per ottenere questo risultato la fotografia che i cittadini consegnano all’atto della richiesta del documento deve essere di qualità”, ha dichiarato un portavoce di UKPS. “Le immagini realizzate con la stampante di casa non vanno bene, il software che si occupa dell’elaborazione non è in grado di svolgere al meglio il suo compito”.

UKPS, malgrado questi risultati, ha più volte confermato che la scelta di utilizzare le tecnologie biometriche non è un errore ma un giusto progetto programmatico per migliorare la qualità dei controlli. “Ci stiamo impegnando per diminuire il tasso di errore, ma certamente non si tratta di un problema tecnologico. I nuovi passaporti rispondono adeguatamente alle direttive della International Civil Aviation Organisation ( ICAO )”, ha aggiunto il portavoce UKPS.

Molti sostenitori del diritto alla privacy, però, continuano a sostenere l’innaffidabilità dei sistemi biometrici a riconoscimento facciale. Epic ha raccolto molti dati al riguardo, che indicano un margine di errore che con certe tecnologie supera persino il 50%. Secondo gli attivisti gli esami disponibili sul rendimento di questi sistemi rivelano risultati completamente diversi da quelli pubblicizzati dagli enti governativi.

Lo US National Institute of Standards and Technology (NIST) si è recentemente espressa sulle tecnologie di riconoscimento facciale ammettendo che nella maggior parte dei casi ottengono risultati inferiori a quelle utilizzate per le impronte digitali. La differenza è che nel primo caso i costi di implementazione sono nettamente inferiori.

E se gli Stati Uniti , la Germania , la Gran Bretagna, l’ Australia , la Danimarca e tanti altri paesi UE ed extra UE sono ormai lanciati nello sviluppo di e-passport, in Italia solo quattro Questure (Roma, Milano, Palermo e Napoli) sono dotate dei dispositivi specifici che permettono il rilascio dei passaporti con fotografia digitale . Gli e-passport sono un’altra cosa, ancora una chimera.

Dario d’Elia

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Pubblicato il 13 gen 2006
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