DRM anche nella radio digitale

DRM anche nella radio digitale

Negli USA primi screzi fra l'associazione dei broadcaster e quella che raccoglie le major discografiche sull'adozione di sistemi anticopia in uno dei nuovi medium più gettonati
Negli USA primi screzi fra l'associazione dei broadcaster e quella che raccoglie le major discografiche sull'adozione di sistemi anticopia in uno dei nuovi medium più gettonati


Washington (USA) – Negli Stati Uniti, come in altre parti del mondo, il broadcasting radiofonico ad alta definizione ( Radio HD ) è ancora agli albori, ma le major discografiche sono già in “pista” per l’introduzione di soluzioni di Digital Rights Management (DRM).

La National Association of Broadcasters , associazione che rappresenta le stazioni televisive e radiofoniche, è già pronta a dare battaglia. Il CEO di NAB, David Rehr, ha confermato che cercherà di raggiungere un compromesso con la RIAA – l’organizzazione dei discografici – sui sistemi di protezione, ma ha escluso totalmente la possibilità che vengano implementate tecnologie di criptazione del segnale alla sorgente.

La strada da percorrere, sempre secondo Rehr, dovrebbe essere quella del confronto pacato, senza il coinvolgimento del Congresso. Insomma, nessuna legge su “commissione”, ma l’avvio di un dibattito approfondito che possa favorire il mercato stesso.

“Il broadcasting HD è all’inizio, ma numerosi operatori stanno già investendo da tempo per la transizione al digitale. L’obiettivo per la nostra industria è quello di individuare una soluzione che bilanci la protezione del copyright con le esigenze di espansione del settore. Una legislazione troppo rigida potrebbe rimettere in discussione tutti i nostri sforzi. Una criptazione del segnale, infatti, renderebbe obsoleti sia gli attuali ricevitori IBOC ( in-band on-channel ) per HD radio, che i nostri trasmettitori”, ha spiegato Rehr.

Attualmente il prezzo di commercializzazione delle radio compatibili con il segnale HD è piuttosto alto, prossimo ai 500 dollari. I chip sono costosi sia perché i volumi produttivi sono bassi, sia perché le aziende produttrici stanno cercando di recuperare un po’ degli investimenti legati alla fase di sviluppo. Insomma, secondo gli esperti, l’introduzione di nuove tecnologie di protezione potrebbe fiaccare la diffusione dell’HD e ridimensionare l’impegno dei broadcaster. I primi risultati si vedrebbero fra molti anni. Inoltre, le radio HD già istallate su alcune auto di lusso, come BMW, sarebbero praticamente inservibili.

“Abbiamo già molto da fare per ottenere un ascolto di qualità, una trasmissione continua e bouquet articolati. Vi sono altri scenari più difficili, dove i diritti di copyright vengono elusi quotidianamente, quindi credo che le major dovrebbero concentrarsi su di essi, più che preoccuparsi già della radio digitale”, ha dichiarato Rehr. “Vi sono meno rischi di pirateria nel HD radio di quanto possa credere la RIAA, e poi non bisogna dimenticare che le soluzioni di “criptazione” si scontrano con lo stesso concetto di trasmissione libera via etere”.

NAB è convinta di riuscire a convincere la RIAA a ridimensionare, almeno per ora, le sue richieste. In caso contrario, gli ascoltatori statunitensi dovranno continuare ancora ad accontentarsi dello scadente ma funzionale segnale FM.

Dario d’Elia

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Pubblicato il 18 gen 2006
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