Brevetto sull'ipertesto: primo stop!

Brevetto sull'ipertesto: primo stop!

Il giudizio di un tribunale di New York sembra indicare che la rivendicazione di brevetto sui link di British Telecom potrebbe naufragare
Il giudizio di un tribunale di New York sembra indicare che la rivendicazione di brevetto sui link di British Telecom potrebbe naufragare


New York (USA) – Il tentativo di British Telecom di farsi pagare da provider, operatori e istituzioni americane per l’uso dell’ipertesto potrebbe naufragare. Un primo segnale in questo senso è arrivato nelle scorse ore da un tribunale di New York dove si svolge la prima causa intentata da BT contro uno dei pionieri tra gli ISP americani, Prodigy.

Il giudice Colleen McMahon ha spiegato che il brevetto rivendicato da BT “descrive un modo avanzato affinché più utenti, ciascuno dei quali si trovi su terminali remoti, possano accedere ai dati archiviati su un computer centrale. E le comunicazioni tra terminali e computer centrali avvengono su linea telefonica”.

Secondo McMahon questo in effetti ricorda in qualche modo il funzionamento di internet, se non fosse che la rete sfrutta migliaia di computer centrali, di server web, e dunque potrebbe essere un ambiente al quale il brevetto di BT non è applicabile in quanto riferito all’uso di un singolo computer centrale.

“In questo brevetto – ha spiegato McMahon – il computer è un device unico, in un unico posto e funziona come nodo di archiviazione dell’informazione digitale, di recupero dell’informazione e dei sistemi di visualizzazione a cui tutti i terminali remoti sono connessi”.

Come si ricorderà, il caso clamoroso voluto da BT prende spunto da un brevetto del 1977 trasformatosi in brevetto efficace nel 1989, riscoperto per caso da un ex dipendente BT e che l’azienda ritiene sufficiente per ottenere royalty sull’uso dell’ipertesto. Il brevetto ha però una limitazione geografica in quanto si può applicare alle sole attività compiute nel territorio degli Stati Uniti d’America.

BT ha dunque provato con 16 provider a giungere ad accordi economici ma tutti e 16 hanno rifiutato ogni intesa e dunque BT ha deciso di ricorrere al tribunale, chiamando in causa, appunto, il provider Prodigy. Ma ora la scelta di McMahon di rifarsi ad un precedente che in giurisprudenza è noto come Markman contro Westview Instruments Inc., per la prima volta da quando BT ha iniziato ad agitare il proprio brevetto sembra dare filo da torcere al colosso telefonico britannico.

La situazione al momento, comunque, rimane fluida. Se Prodigy si appresta a barricare la propria difesa dietro questa prima interpretazione del giudice, British Telecom ha 30 giorni per presentare tutte le contro-argomentazioni che riterrà nonché nuove tesi per difendere il proprio brevetto.

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Pubblicato il
18 mar 2002
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