Napoli – Non si ferma l’azione della Guardia di Finanza su tutto il territorio italiano tesa a reprimere l’uso illegale di software proprietario. Ieri si è conclusa una prima indagine a Napoli che ha coinvolto dodici importanti aziende di diversi settori merceologici, dalle concessionarie di automobili alle aziende di moda, a quelle dei servizi marittimi. L’indagine, operata dal Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria di Napoli era partita a gennaio sotto il coordinamento del capitano Francesco Saponaro, Gruppo Servizi Vari.
L’azione ha portato al sequestro di 84 personal computer e 90 programmi, installati sulle postazioni informatiche delle imprese senza la relativa licenza d’uso: una pratica comune che equivale però alla duplicazione illegale di software.
L’inchiesta delle Fiamme Gialle si è svolta, come già in passato a Savona e in Veneto , con il supporto tecnico della Business Software Alliance (BSA), l’associazione che raccoglie i produttori di software proprietario e che ha come scopo proprio lo studio e la repressione del fenomeno pirateria nel mondo.
Tra i prodotti utilizzati illecitamente, spiega una nota diffusa ieri dalla BSA, soprattutto quelli di Autodesk, Apple, Microsoft nonché i sistemi di sicurezza di Symantec.
La BSA valuta come “preoccupante” la percentuale di pirateria informatica riscontrata nelle dodici imprese, pari al 75 per cento del totale delle ditte sottoposte ad indagine. In pratica, di questo esiguo campione, considerato però significativo, 3 aziende su 4 utilizzano software illegale. La media italiana nel 2000, come noto, è calcolata nel 46 per cento. Se confermato, dunque, il dato campano indicherebbe la regione come l’area dove maggiore è la diffusione di software illegale.
Insieme ai sequestri, sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Napoli gli amministratori delle imprese per violazione all’art.171 bis della Legge 248/00, quella sul diritto d’autore, che come noto prevede nei casi più gravi persino la reclusione fino a tre anni e la multa fino a 30 milioni. Gli amministratori sono anche stati segnalati alla Prefettura di Napoli per violazione all’art. 174 bis, che contempla invece la sanzione amministrativa fino al doppio del valore del software duplicato. Le sanzioni pecuniarie contestate ammontano a 18.279 euro complessivamente.