Flat dial-up Telecom, un favore all'incumbent?

Flat dial-up Telecom, un favore all'incumbent?

I provider manifestano all'Autorità TLC tutte le preoccupazioni per le decisioni assunte sul fronte della flat e per le altre posizioni che a loro dire penalizzano i provider medi e piccoli
I provider manifestano all'Autorità TLC tutte le preoccupazioni per le decisioni assunte sul fronte della flat e per le altre posizioni che a loro dire penalizzano i provider medi e piccoli


Roma – E’ forte la preoccupazione di Assoprovider in seguito alle decisioni approvate dall’ Authority TLC e comunicate lo scorso 19 gennaio in merito all’analisi del mercato n.12, relativo all’accesso a banda larga all’ingrosso.

Considerato quanto anticipato da Punto Informatico il 20 gennaio scorso, Assoprovider lamenta che il risultato delle decisioni formalizzate dall’Agcom sarà l’esclusione delle piccole realtà dal business dell’accesso ad internet. L’associazione, in un comunicato, segnala che il provvedimento getta “una luce nefasta sul destino di centinaia di medie e piccole aziende impegnate nel settore delle comunicazioni elettroniche e di Internet in particolare, con la conseguente perdita migliaia di posti di lavoro altamente qualificati”.

L’Authority ha infatti deliberato il ritorno sul mercato dell’offerta Teleconomy Internet, ritenuta replicabile, annullando la sentenza che ne aveva imposto la sospensione, emanata dalla Corte d’Appello di Milano su esposto proprio di Assoprovider; inoltre ha imposto la regola che concede a Telecom Italia la facoltà di applicare un canone aggiuntivo agli operatori che commercializzano le ADSL “solo dati”.

Confermare a Telecom la proponibilità di Teleconomy Internet, secondo Assoprovider, protegge “la posizione dominante del cosiddetto ex-monopolista, permettendo a questi di commercializzare una offerta che di fatto non può essere replicata da tutti gli altri operatori presenti sul mercato”. Ma l’associazione evidenzia che anche la regola sul canone aggiuntivo tende a favorire l’incumbent, perché “garantirebbe sempre al cosiddetto ex-monopolista che nessuno degli operatori concorrenti possa in alcun modo anche solo sperare di scalfire il monopolio di fatto di Telecom Italia spa nel settore della connettività ADSL, giustificando per di più la rivalsa retroattiva di TelecomItalia nei confronti dei concorrenti per il recupero dei canoni sulle ADSL naked fornite all’ingrosso nei mesi passati”. Questa seconda decisione, sottolinea l’associazione, sarebbe inoltre in forte contrasto con quanto indicato dall’Unione Europea sul non ostacolare in alcun modo lo sviluppo dei servizi voce su Internet (VoIP).

Assoprovider si ripromette di analizzare la situazione e, qualora le proprie preoccupazioni si rivelassero fondate, “di protestare e di battersi in tutte le sedi per interrompere questo vero e proprio scempio che si starebbe compiendo non solo ai danni di centinaia di imprenditori ma anche ai danni di milioni di utenti che si vedranno preclusa ogni possibilità di sottrarsi alla tirannide di Telecom Italia”.

Cosa propone Assoprovider?
“Che i due ventilati provvedimenti vengano sospesi in attesa che:

1) si proceda FINALMENTE da parte di AGCOM ad una revisione del meccanismo di calcolo della tariffa FRIACO (ovvero la tariffa calcolata in maniera forfetaria e non sulla base dei minuti di traffico) di Telecom Italia ai concorrenti: sarebbe opportuno introdurre il meccanismo di calcolo del Cost-plus (con il quale il prezzo è determinato in funzione dei costi sostenuti dall’incumbent con la migliore tecnologia disponibile più un ritorno sull’investimento) al posto dell’obsoleto Price Cap (che prevede l’individuazione di un prezzo massimo inferiore a quello praticato in monopolio non regolato), come avviene già da 4 anni in Gran Bretagna grazie alla decisione dell’Authority Inglese.
L’attuale costo applicato ai concorrenti da Telecom Italia risulta spropositato rispetto al reale valore della FRIACO. La FRIACO infatti è semplicemente un servizio di commutazione interno alla centrale di pertinenza (venduto da Telecom Italia all’operatore connesso a livello di centrale) di una normale linea telefonica commutata dell’utente (su cui l’utente già paga quindi il canone telefonico) verso l’apparato nella stessa centrale dell’operatore (il quale poi deve affrontare tutti gli altri costi necessari a portare dalla centrale alla sua sede la connessione per il cliente).
Il costo spropositato fa sì che nessun concorrente possa replicare l’offerta di Telecom Italia; una reale valutazione del giusto prezzo di FRIACO, basata sul metodo del cost-plus, porterebbe ad un abbattimento almeno di un fattore 5 dell’attuale inusitato prezzo, e con un prezzo simile, sul mercato sarebbero presenti non una ma 100 offerte teleconomy-like dei concorrenti.

2)anche per ciò che concerne l’offerta ADSL naked (ADSL su linea solo dati), la soluzione al problema sarebbe finalmente, un’offerta bitstream di Telecom Italia basata anche qui sul metodo cost-plus”.

Per completare il quadro della situazione sulle prospettive future di cambiamento del mercato della connettività, si ricorda quanto già pubblicato nel dossier di Punto Informatico.

Dario Bonacina

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Pubblicato il 30 gen 2006
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