I provider bloccheranno le navigazioni

I provider bloccheranno le navigazioni

Accade in Pennsylvania dove dal mese prossimo i fornitori di accesso saranno ritenuti responsabili se i propri utenti accederanno a pedopornografia online
Accade in Pennsylvania dove dal mese prossimo i fornitori di accesso saranno ritenuti responsabili se i propri utenti accederanno a pedopornografia online


Harrisburg (USA) – La pericolosa deriva normativa che vede sempre di più gli Internet Service Provider nello scomodo ruolo di “poliziotti della rete” dal mese prossimo si concretizza in Pennsylvania con l’entrata in vigore di una nuova e discussa legge.

In pratica, stando alla normativa che per il momento è stata attivata nel solo stato della Pennsylvania, i provider saranno ritenuti responsabili della navigazione degli utenti internet loro abbonati, in quanto potranno essere chiamati direttamente in causa sul piano penale se consentiranno il “passaggio” di materiali di pedopornografia.

A mitigare la portata della legge, e secondo molti a renderla inefficace, è il fatto che il provider avrà obbligo di agire soltanto in risposta ad una segnalazione proveniente dall’ufficio del procuratore dello stato. Una misura che da un lato solleva il fornitore di servizi da alcune responsabilità ma dall’altro rende più difficile l’azione di repressione che la legge intende portare avanti. “La comunità dei pedopornografi – ha infatti spiegato un ricercatore dell’Università della Pennsylvania, Chris Hunter – già sa di vivere al confine della legalità e dunque non fa nulla che possa portare attenzione su di sé”.

Ma non è solo questo. Poiché ai provider verranno via via fornite liste di indirizzi web o di altre applicazioni internet da bloccare, va da sé che chi le sfrutta per il commercio o lo scambio di immagini illecite potrà bypassare il blocco facendo quello che già fanno i manutentori di queste “comunità”, ovvero saltare da una URL all’altra.

Come se non bastasse, ai provider viene chiesto, in pratica, di monitorare quello che l’utente fa online e che può comunque fare bypassando i filtri che l’ISP eventualmente è costretto ad applicare. “Una volta che ti colleghi attraverso i miei servizi per accedere ad internet – ha osservato Sue Ashdown dell’associazione dei provider americani – non ho modo di sapere dove vai e quello che vedi”. Inoltre gli stessi provider rischiano denunce da parte di operatori web che venissero ingiustamente bloccati.

Intanto, nelle scorse ore si è conclusa un’indagine della polizia americana durata 14 mesi e che ha portato all’arresto di più di 90 persone in 20 stati USA, legati a network di scambio e commercio pedopornografico che avveniva tramite i servizi internet di Yahoo!.

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Pubblicato il
20 mar 2002
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