San Marino, forum condannato a 30mila euro

San Marino, forum condannato a 30mila euro

Sul forum della Cooperativa Il Macello apparve un messaggio diffamatorio. Il giudice di San Marino ha deciso di condannare la cooperativa a risarcire il diffamato. La Cooperativa: andremo in appello. Il commento di PI
Sul forum della Cooperativa Il Macello apparve un messaggio diffamatorio. Il giudice di San Marino ha deciso di condannare la cooperativa a risarcire il diffamato. La Cooperativa: andremo in appello. Il commento di PI


Roma – Un clamoroso caso sulla libertà di espressione in rete nato molto tempo fa è giunto ad una prima conclusione con la sentenza di un tribunale di San Marino. Una sentenza che ha condannato i gestori di un sito web per i contenuti di un messaggio anonimo apparso sui forum ospitati dalle proprie pagine.

Il messaggio aveva contenuti diffamatori, come riconosciuto dalla cooperativa Il Macello , che gestiva il sito, nei confronti di un dirigente democristiano, Romeo Morri. Quest’ultimo, all’apparire del posting, aveva provveduto a denuncia civile e penale contro la cooperativa. Se in sede penale questa se l’è cavata, in sede civile il giudice Valeria Pierfelici ha condannato la cooperativa a sborsare un risarcimento di 30mila euro al politico diffamato.

Morri era stato ingiustamente accusato da un anonimo, che si era firmato con il nickname di “Reporter”, di essere drogato.

La sentenza tiene presente il fatto che il forum gestito dalla cooperativa era controllato solo “a posteriori” rispetto alla pubblicazione dei messaggi e, allo stesso tempo, nessuna registrazione veniva fatta tramite log degli indirizzi IP dei partecipanti (come, per esempio, avviene invece su Punto Informatico).

L’esistenza di un controllo esplicito, secondo il giudice, significa in sé assunzione di una responsabilità. Questa, associata alla mancanza di qualsiasi strumento di identificazione degli autori dei messaggi e dunque all’impossibilità di risalire all’autore di quel posting, si traduce secondo la decisione del giudice in una responsabilità civile per la cooperativa.

A San Marino si parla molto di questa vicenda, anche per la discordanza del giudizio penale, che ha assolto la cooperativa, rispetto a quello civile.

In una lettera inviata a Punto Informatico, che già si era occupato in passato della vicenda , i responsabili della Cooperativa hanno preannunciato che ricorreranno in appello e che sono pronti, per sostenere il diritto ad ospitare dei forum anonimi, a giungere alla Corte Europea. Secondo la Cooperativa, tra l’altro, nella sentenza sono presenti una serie di inesattezze che in appello potrebbero ribaltare la situazione.


Roma – La condanna di un sito che ospita un forum online per quanto scritto da un anonimo è preoccupante. A mitigare una forte sensazione di disagio per come viene trattata internet non basta la gravità della diffamazione commessa ai danni di Morri, al quale va peraltro tutta la solidarietà del caso.

È infatti indigeribile che nella realtà dei fatti il giudice abbia condannato Il Macello solo in apparenza per quel posting, quando invece ha condannato l’aver messo in piedi un forum in assenza di normative precise.

Quel che mi chiedo a caldo, dopo aver letto una parte delle 60 e rotte pagine di motivazione della sentenza, basate su una giurisprudenza sammarinese non sempre congruente con quella italiana, è se il giudice abbia considerato a dovere le conseguenze che la propria sentenza produce.

La decisione del giudice implica infatti che soltanto la conservazione di log e registrazioni degli accessi avrebbero consentito alla cooperativa di trovarsi in una posizione diversa nel dibattimento. Ma ammette anche che non c’è una legge specifica in materia. Per questo il giudice è stato costretto a gettare un debolissimo “ponte” tra le peculiarità di internet e i mass-media più noti, che hanno una forma meno inafferrabile e ai quali è più semplice rifarsi per prendere una decisione definitiva ispirandosi alla giurisprudenza in materia.

Il punto forse è proprio questo. Con l’avvento della rete le opportunità si sono moltiplicate per ciascuno di noi: oggi possiamo esercitare la nostra libertà di parola ed espressione come mai è stato possibile prima. Questo non giustifica la diffamazione, certo, ma la reazione ad un evento diffamante che accade su internet deve riuscire ad essere diversa, deve trovare strade diverse dal trascinare in tribunale uno spazio che ha la sola colpa di aver voluto offrire quelle opportunità.

Una diffamazione plateale come quella che accusava Morri di essere dedito all’uso di droghe avrebbe probabilmente avuto una eco più ampia se ripetuta su Usenet o se contenuta in un messaggio spammatorio lanciato ai quattro venti. A quel punto quale reazione avrebbe dovuto avere il giustamente offeso Morri? A chi avrebbe chiesto i danni?

Non so se Morri abbia mai pensato di rispondere a quel messaggio offensivo sullo stesso forum nel quale era apparso, ma se lo avesse fatto avrebbe senz’altro preservato la cooperativa e sé stesso da un procedimento nel quale perdono entrambi e avrebbe senz’altro offerto ad internet, e alle possibilità che concede a tutti noi, la chance di continuare a coltivare la sua unicità.
Si può condannare un messaggio diffamatorio ma non si può condannare un forum online per il fatto di esistere.

Non resta che sperare nell’appello.

Paolo De Andreis

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
21 mar 2002
Link copiato negli appunti