DTT? Perché no?

DTT? Perché no?

di Pietro Bianchi - La volontà di perseguire l'innovazione a tutti i costi sta facendo dimenticare cosa piace alle persone del digitale terrestre: vedere meglio la TV. L'interattività interessa il T-Gov, forse ancora non i cittadini
di Pietro Bianchi - La volontà di perseguire l'innovazione a tutti i costi sta facendo dimenticare cosa piace alle persone del digitale terrestre: vedere meglio la TV. L'interattività interessa il T-Gov, forse ancora non i cittadini


Roma – Ho letto negli ultimi tempi molte critiche relative alla marcia forzata verso il passaggio al Digitale Terrestre per la televisione italiana. Tutte o quasi si basano sulla mancanza di una reale interattività o sull’assenza di servizi innovativi forniti tramite televisione (ad esempio dalle pubbliche amministrazioni). A me però sembra che i vari commentatori abbiano perso di vista ciò che interessa realmente gli utenti televisivi del DTT.

Innanzi tutto, quanti sono oggi gli utenti del DTT? E’ difficile fare i conti di quanti vedono la TV digitalmente, ma sicuramente sono molti di più di quanto riportano le cifre dei contributi statali. Coloro che hanno beneficiato del contributo statale per l’acquisto di un decoder sono circa tre milioni e mezzo, ma la cifra di coloro che vedono la TV sul digitale è più elevata, infatti ci sono coloro che hanno acquistato il decoder senza contributo statale (sia che abbiano preso un decoder non interattivo, che ne abbiano acquistato più di uno o che sia stato loro regalato tramite varie promozioni) e soprattutto ci sono quelli che vedono la TV sul PC tramite scheda televisiva. Il numero totale è sicuramente superiore a coloro che guardano, ad esempio, la TV satellitare (che è a pagamento).

Tutte queste persone che hanno in casa uno o più decoder, cosa vogliono dalla TV digitale? Che cosa le attira, facendo preferire la visione del digitale terrestre a quella della TV “normale”? La risposta può apparire quasi banale, ma sentendo le persone che oggi la usano, ciò che li spinge ad utilizzare il digitale non sono i servizi interattivi (la maggior parte non ha collegato il decoder al telefono, né intende farlo) e nemmeno i programmi a pagamento, ma è la miglior qualità delle trasmissioni ed il numero più ampio di canali che si riesce a vedere.

In pratica, ciò che si vuole è vedere meglio la TV, ed avere una maggior rosa di canali tra cui scegliere. Ciò è vero anche per la TV satellitare, ma necessita di attrezzature adatte difficili in molti casi da collocare (parabola) e soprattutto è percepita come un servizio a pagamento, e ritenuto anche caro.

Il maggior interesse verso i programmi del DTT rispetto a quelli della TV satellitare è un aspetto ancora non molto considerato nelle analisi sul pubblico televisivo. Ciò risulta evidente, per esempio, dal fatto che su molti quotidiani o riviste si trova, accanto all’elenco dei programmi della TV tradizionale, una parte di quelli della TV satellitare (cosa non necessaria, perché chi è abbonato alla TV satellitare già riceve una rivista con i programmi), ma non si trova praticamente mai la programmazione dei canali specifici ricevibili sul DTT (che hanno più utenti).

La migliore qualità percepita dei canali digitali rispetto agli analogici è soprattutto la molla che spinge chi ha un decoder a vedere i canali sempre digitalmente, senza i disturbi che in molti casi colpiscono i canali analogici. E’ esperienza comune che, chi ha un decoder, smetta lentamente di usare la sintonia analogica, usando il televisore come un monitor. Anche per questo risulta incomprensibile, per chi vuole comprare un televisore, come mai quasi non si trovino apparecchi con il decoder digitale incorporato, cosa che frena molti nell’acquisto (“Che me ne faccio di un TV nuovo se tra poco lo devo usare solo con il decoder? Aspetto che escano quelli completi!” – frase che ultimamente ho sentito spesso). Ecco, l’obbligo di porre in vendita televisori che ricevano direttamente il segnale digitale era sicuramente una cosa che il legislatore doveva imporre con un ragionevole anticipo, rispetto a quando è prevista la cessazione delle trasmissioni in analogico.

Pietro Bianchi

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Pubblicato il 7 feb 2006
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