Un network personale, sulla pelle

Un network personale, sulla pelle

Un gruppo di ricercatori sudcoreani presenta il prototipo di un chip per connettere dispositivi portatili sfruttando la conduttività del corpo umano. Si chiama Personal Area Network
Un gruppo di ricercatori sudcoreani presenta il prototipo di un chip per connettere dispositivi portatili sfruttando la conduttività del corpo umano. Si chiama Personal Area Network


San Francisco (USA) – Lettori MP3, palmari e telefoni cellulari sempre più complessi: come fare per interconnetterli? La soluzione per la creazione di PAN , Personal Area Network , potrebbe essere nel corpo umano. E’ quanto credono alcuni ricercatori del Centro Nazionale Sudcoreano per l’Alta Tecnologia, creatori d’un prototipo di chip cutaneo che sfrutta la conduttività naturale dell’epidermide.

Progetti non molto dissimili dal chip sottopelle, la cui diffusione tra gli umani non è più un parto della fantascienza ma rientra tra le “soluzioni ordinarie” ai problemi di una società tecnologizzata.

Il dispositivo, presentato in occasione di un convegno presso San Francisco, è in grado di far “correre” sulla pelle i segnali prodotti da apparecchi digitali. Come ad esempio il segnale audio del popolarissimo iPod di Apple . E stando a quanto pubblicato su News.com , gli scienziati hanno proprio usato la killer app dell’azienda di Steve Jobs per dimostrare le potenzialità del chip.

Un utente è riuscito ad ascoltare musica nelle cuffie semplicemente toccando un iPod: è bastato modificare entrambi i dispositivi, ed ecco che il corpo si trasforma in una piattaforma per connessioni a banda larga , capace di trasmissioni fino a 2Mbit al secondo. Il chip, stando alle fonti ufficiali, si installa sull’avambraccio e sfrutta la capacità naturale del corpo per alimentarsi, grazie ad un consumo elettrico nell’ordine dei microwatt.

Mano a mano che l’alta tecnologia diventa sempre più compatta e portatile, i vantaggi di una infrastruttura PAN iniziano a diventare sempre più succulenti per molti settori dell’industria: dai produttori di lettori multimediali fino ai big della telefonia mobile. “Ci vorranno molti anni”, hanno comunque sottolineato gli scienziati sudcoreani, “prima che questa tecnologia possa essere ultimata”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 10 feb 2006
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