States verso la cancellazione dei log

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Presentata al Congresso una proposta di legge che imporrebbe a tutti i siti di cancellare ogni informazione relativa ai propri visitatori. L'obiettivo è fermare i sistemi mangiadati attivati dai motori di ricerca
Presentata al Congresso una proposta di legge che imporrebbe a tutti i siti di cancellare ogni informazione relativa ai propri visitatori. L'obiettivo è fermare i sistemi mangiadati attivati dai motori di ricerca


Washington (USA) – La privacy degli utenti è di nuovo oggetto di interesse da parte dei politici statunitensi. Il parlamentare democratico Ed Markey ha depositato presso il Congresso una bozza di legge – sulla falsariga delle direttive europee – che obbligherebbe tutti i siti Web a cancellare ogni informazione riguardante i propri visitatori , un’idea che sta riscontrando grande interesse.

Con la definizione “tutti i siti Web”, Markey intende non solo quelli di aziende e net company ma anche quelli gestiti da individui, organizzazioni non profit ed enti di altra natura. “Tutti”, appunto. E i dati da cancellare comprendono anche l’indirizzo email, a meno che non sia richiesto per “legittime esigenze commerciali”.

“Non vi è motivo per cui si continui ad immagazzinare le informazioni personali degli utenti, inoltre queste misure potranno rispondere adeguatamente al problema dei furti di identità, alle frodi e agli abusi giuridici in contrasto con il diritto alla privacy”, ha dichiarato Markey.

Secondo il deputato statunitense, questa presa di posizione legislativa potrebbe risolvere anche il problema dell’immagazzinamento dati operato dai motori di ricerca – questione balzata agli onori delle cronache con la subpoena richiesta dal Dipartimento di Giustizia nei confronti di Google, Yahoo e Microsoft.

Su questo particolare aspetto, però, molti giuristi si dicono perplessi. Nella bozza di legge, denominata Eliminate Warehousing of Consumer Internet Data Act of 2006 le informazioni personali fanno riferimento al nome, indirizzo, indirizzo mail, numero di telefono dell’utente, ma non vi è un chiaro riferimento agli indirizzi Web o ai termini di ricerca – che rendono il bottino dei motori così appetitoso.

NetCoalition , l’organizzazione che rappresenta gli interessi di alcuni operatori del settore come Google e Yahoo, si è dichiarata scettica sull’intera struttura della legge. “Così si mette il Governo federale nella posizione di decidere per le aziende cosa sia la legittima esigenza commerciale . Diventa purtroppo una questione di sfumature”, ha dichiarato Markham Erickson, direttore della NetCoalition.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
10 feb 2006
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