Scuole italiane a codice aperto

Scuole italiane a codice aperto

Succede in Alto Adige, dove un ambizioso programma didattico ha portato il software libero nelle scuole, insegnando - assicurano i promotori del progetto - valori come libertà, condivisione, circolazione dei saperi
Succede in Alto Adige, dove un ambizioso programma didattico ha portato il software libero nelle scuole, insegnando - assicurano i promotori del progetto - valori come libertà, condivisione, circolazione dei saperi


Roma – “Rispetto a Windows, con Linux cambiano i nomi dei programmi… per il resto è tutto molto simile. All’inizio ho avuto un po’ di problemi. Adesso sto incominciando ad abituarmi. I programmi sono migliori secondo me, con molte funzioni in più. Il fatto di non pagare, poi, è bellissimo! E poter scaricare da casa nostra tutto ciò che si vuole gratis è ancora più bello!”.

La “rivoluzione” passa da queste semplici parole scritte da un alunno delle scuole elementari altoatesine che ha iniziato a “masticare” programmi open source da poco. Insieme ai suoi compagni sta scoprendo il software non proprietario e inizia ad infarinarsi di concetti centrali, come la condivisione del sapere, la libertà di sviluppo e molto altro ancora.

Già, perché in Alto Adige stanno tentando una sfida che ha del pionieristico: i sistemi informatici di tutte le scuole (elementari e medie) in lingua italiana della Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen, sono stati aggiornati con il sistema operativo libero FUSS-Soledad GNU/Linux , una personalizzazione, realizzata da un team di esperti, della più conosciuta distribuzione Debian GNU/Linux . Free Upgrade Southtyrol’s Schools (FUSS) è un progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo.

“L’idea di fondo del progetto è pensare l’informatica come strumento trasversale per l’insegnamento”, si legge nel sito, “e non solo come disciplina specifica o come semplice addestramento all’utilizzo di alcuni pacchetti software, fornendo in questo modo un valido supporto alla didattica. In conformità a questa scelta distribuiamo a studenti, docenti e famiglie il software utilizzato a scuola, favorendo in questo modo una cultura informatica basata sulla condivisione e la diffusione delle conoscenze”.

Ad oggi circa 16.000 ragazzi hanno trovato nelle loro scuole 2.460 PC nei quali gira solo ed esclusivamente software libero. Una scelta dettata anche dal miglior adeguamento del software per le esigenze specifiche dei singoli corsi di studio. Una vera novità per insegnanti ed alunni che hanno dovuto superare il blocco psicologico del “diverso”, oltrepassato brillantemente da tutti, ma non sempre facilmente.
Ora i giovani studenti sembrano essere più che soddisfatti. Un segnale importante.

Per capire la portata del progetto basta elencare qualche numero: sono 83 scuole coinvolte , 2460 pc, 70 server, 1.600 docenti, 16.000 studenti, 20.000 live-cd distribuiti tra gennaio e febbraio 2006, 120 cdrom utilizzati per le installazioni, 12mila chilometri percorsi dai tecnici che hanno dovuto lavorare nei diversi plessi scolastici.

A Paolo Zilotti , responsabile IT dell’Intendenza Scolastica della Provincia di Bolzano, abbiamo chiesto di illustrarci meglio difficoltà e successi.

Punto Informatico: Come prima cosa chiariamo il perché di questo progetto
Paolo Zillotti: La scelta di usare software libero nella scuola è anzitutto, al di là delle ragioni economiche o tecniche, una scelta etica e politica. È cioè la scelta di rifarsi, nell’insegnamento, ai valori della libertà e della condivisione del sapere, e non solo quella di usare software efficiente, stabile e sicuro.

PI: Diciamo quindi software libero come valore educativo?
PZ: La filosofia che sta alla base del software libero, quella della libertà di accesso alle informazioni e della condivisione della conoscenza, si adatta naturalmente al compito educativo di una nuova scuola.
Inoltre usare software libero rappresenta la scelta di utilizzare patrimonio comune dell’umanità, il cui miglioramento e diffusione vanno a beneficio di tutti, e non di una singola entità.

PI: Come è iniziata questa avventura altoatesina?
PZ: Il piano di azione per lo sviluppo della società dell’informazione in Alto Adige “e-Suedtirol 2004-2008”, fa esplicito riferimento al ruolo fondamentale della scuola nella fase di alfabetizzazione informatica della società altoatesina e auspica la creazione di Centri di Competenza per supportare l’innovazione, in particolar modo per quanto concerne l’introduzione di software libero nella pubblica amministrazione e nella scuola.

PI:…dal luglio 2005 avete iniziato la fase operativa…
PZ: La Sovrintendenza scolastica italiana, in convenzione con la Formazione professionale in lingua italiana, ha deciso di promuovere la realizzazione congiunta di sperimentazioni, progetti, percorsi formativi e materiali didattici, ai fini di aumentare le conoscenze e le competenze degli operatori scolastici circa i programmi per computer distribuiti con licenza libera. Abbiamo attraversato diverse fasi ora siamo al dunque.


PI: Come hanno reagito gli insegnanti?
PZ: Superato il momento di panico iniziale ed il carico di lavoro maggiore dovuto all’apprendimento di nuove modalità operative, l’operazione è stata accettata senza grosse difficoltà.

PI: Sono stati organizzati corsi di aggiornamento?
PZ: Certo, corsi brevi di 10/20h (desktop, open office, specifici per discipline di insegnamento, programmi specifici), amministrazione di sistema, per un totale di circa 2.400 h. ai quali hanno partecipato oltre il 50% dei docenti in forma assolutamente volontaria. Addirittura fra qualche giorno sono previsti “Installation party” in tutto il territorio provinciale, vere e proprie feste e momenti di confronto.

PI: Lei che è il responsabile per le 83 scuole coinvolte, può spiegare a chi volesse tentare di replicare il vostro progetto quali sono state le difficoltà maggiori?
PZ: Le fasi più impegnative sono state l’installazione dei sistemi (luglio-agosto) portata a termine in 23 giorni, l’adeguamento alle esigenze delle singole scuole; la revisione quotidiana: piano operativo, metodologie, segnalazione/discussione e risoluzione delle problematiche riscontrate.

PI: E gli alunni come hanno reagito?
PZ: Come si può vedere anche qui i pareri sono tutti entusiasti. Tutti erano abituati a Windows ed i primi momenti di transizione sono stati i più difficili. Ma lo smarrimento è durato pochissimo. Ora hanno capito quante potenzialità in più possono sfruttare. Penso abbiano recepito anche la logica e la filosofia di fondo.
Ma la cosa che li ha divertiti di più è stata quella di non pagare e di poter scaricare tutto da Internet semplicemente… molti proprio non riuscivano a crederci.

PI: Per finire ci dia una panoramica dell’hardware utilizzato
PZ: Non è stato acquistato hardware ad-hoc ma utilizzato quello già presente nelle scuole. Per i desktop, una compilation che va da PIII 400 fino a Athlon64 / PIV 3000, lo stesso per i server (biprocessori PIV, Xeon).
Per quanto riguarda le distribuzioni, parliamo di i386 basata su Debian GNU/Linux che prevede due versioni: standard e live installabile.
Base comune tra server e client:
– server: servizi vari (ldap, bind, samba, nfs, http, db, proxy/cache, content filter, firewall, router)
– client: applicativi vari organizzati per task.
Le personalizzazioni: installer, kernel, desktop, task a seconda del tipo di scuola, accesso semplificato alle funzioni principali, desktop predefinito GNOME (KDE è incluso), 5 lingue installate di default e configurate (it, de, en, fr, es).

a cura di Alessandro Biancardi

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Pubblicato il 22 feb 2006
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