Gli USA contro la rete a due velocità

Gli USA contro la rete a due velocità

Il Congresso vara una normativa contro gli accordi tra fornitori di contenuti e grandi provider: Internet deve rimanere libera, no alle discriminazioni. Si accende la speranza
Il Congresso vara una normativa contro gli accordi tra fornitori di contenuti e grandi provider: Internet deve rimanere libera, no alle discriminazioni. Si accende la speranza


Washington (USA) – La speranza di un’Internet libera da monopoli informativi non è affatto morta, come hanno temuto nelle scorse settimane molti esperti intervenuti sulla questione ribattezzata dai media Fine della Rete . Il senato federale di Washington approverà al più presto una legge per evitare che l’Internet del futuro possa favorire la visibilità dei grandi editori a scapito del libero flusso dell’informazione, attraverso un nuovo modello di business conosciuto come pay-per-play . Una Rete a due o più velocità : l’esatto contrario di una Rete neutrale e libera .

La risoluzione si chiama INDA , Internet Non-Discrimination Act : un nome che parla da solo. Se approvata, la normativa proibirà tassativamente agli ISP di vendere accessi privilegiati ai cosiddetti content provider , gli editori dell’era digitale. L’INDA è un inatteso deus ex machina che piomba sugli interessi dei giganti delle telecomunicazioni ed intralcia i giganteschi interessi economici in ballo, proprio quando il dado sembrava ormai tratto.

Aziende del calibro di Verizon e Comcast , stando ai ricercatori del Center for Digital Democracy , si sono infatti già attrezzate per l’avvento del modello pay-per-play . Il New York Times ha addirittura svelato che gruppi come Amazon e Google , impegnati nella vendita di contenuti al dettaglio, stanno già facendo pressione sugli ISP per introdurre una differenziazione dei canali : più veloci ed accessibili per chi paga, più lenti per gli editori indipendenti ed i singoli utenti.

Uno scenario del genere porterebbe senza dubbio ad una Internet monopolizzata dai contenuti provenienti dai grandi editori: la velocità di distribuzione dei filmati da parte di un potente network televisivo, ad esempio, godrebbe di uno schiacciante vantaggio rispetto a quella dei file distribuiti da un emittente più piccolo. Ed è cosa ben nota, per gli addetti ai lavori: gli utenti finali optano quasi sempre verso il servizio che fornisce maggiore velocità di connessione.

In questo senso, l’INDA proibirà qualsiasi tipo di discriminazione e vieterà che i grandi editori possano prevaricare sui competitori indipendenti: “La Rete si basa sull’accessibilità, sull’uguaglianza dei singoli membri”, ha detto il senatore Ron Wyden, autore della normativa. “Non possiamo permettere l’avvento di un’Internet a due velocità, dove i colossi industriali possono avere privilegi rispetto a chi non sia capace di sborsare grandi somme di denaro”, aggiunge Wyden. Il senatore gode dell’appoggio di tutto il partito democratico ed ha già il favore di molti deputati repubblicani: l’approvazione della INDA sembra ormai una cosa fatta.

L’evoluzione della vicenda potrebbe comunque riservare pericolosissime sorprese : la Federal Communications Commission , l’istituzione statunitense che fornisce la struttura normativa al mondo delle telecomunicazioni, non si è ancora pronunciata. “Siamo preoccupati”, dice Gigi Sohn, presidente dell’associazione Public Knowledge , “la Rete deve rimanere neutrale ad ogni costo ed abbiamo bisogno del supporto di tutti i soggetti coinvolti: istituzioni politiche, ISP, ma soprattutto utenti e consumatori”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 3 mar 2006
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