Parigi boccia il diritto alla copia privata

Parigi boccia il diritto alla copia privata

La Cassazione si esprime sui CD protetti e dà ragione all'industria: lecito posizionare sistemi anticopia sui contenuti in distribuzione. Il DRM avanza in Francia. I consumatori perdono su tutta la linea
La Cassazione si esprime sui CD protetti e dà ragione all'industria: lecito posizionare sistemi anticopia sui contenuti in distribuzione. Il DRM avanza in Francia. I consumatori perdono su tutta la linea


Parigi – La Corte di Cassazione francese nei giorni scorsi ha emesso una sentenza pesante , destinata ad impattare gravemente sui diritti dei consumatori: i magistrati ritengono infatti lecito che i produttori inseriscano sistemi anticopia nei CD in vendita anche se questi limitano la copia privata .

Secondo il massimo tribunale transalpino, il diritto ad eseguire una copia a scopo personale di quanto acquistato, pur citato dalle leggi sulla proprietà intellettuale, “non può rappresentare un ostacolo all’inserimento nei supporti sui quali sono riprodotte le opere protette, di sistemi tecnologici di protezione pensati per impedirne la copia”.

Nella sentenza si sostiene che questi sistemi anticopia sono tantopiù autorizzati visti i gravi danni che può provocare la disseminazione illegale di opere protette. A nulla dunque vale il richiamo alla Convenzione di Berna che pure parla esplicitamente di “autorizzazione alla copia privata”.

La sentenza espressa il 28 febbraio riguarda un celebre caso sollevato dall’associazione dei consumatori Que Choisir che si trascina da alcuni anni: in primo grado i consumatori avevano ottenuto una sentenza favorevole che aveva suscitato grandi speranze per il riconoscimento della copia privata come diritto del consumatore .

Altra conseguenza della sentenza è la non obbligatorietà della dichiarazione di presenza dei DRM sui contenuti in vendita. La Cassazione ha infatti respinto l’appello dei consumatori sulla questione principale, ovvero sulla liceità della copia privata, senza affrontare direttamente l’altro aspetto sostenuto da Que Choisir, ovvero la necessità che sulle confezioni in vendita sia dichiarata esplicitamente la presenza di tecnologie anticopia. Così facendo, la Corte ha bocciato anche quella tesi in quanto parte integrante della sentenza ora dichiarata illegittima.

Difficile dire in che modo la decisione della Cassazione francese influenzerà il comportamento dell’industria e dei consumatori negli altri paesi europei. In Italia come noto le polemiche sulla copia privata sono vivacissime e le associazioni dei consumatori, in particolare Altroconsumo, hanno persino diffidato le major dal continuare a produrre CD dotati di sistemi anticopia.

Per il momento, sul sito di Que Choisir non v’è traccia della sentenza (disponibile qui in pdf) mentre proprio in queste ore l’associazione rilancia la petizione per un P2P legale , un’altra battaglia sul diritto d’autore che si combatte in questi mesi in Francia. L’Associazione, come tanti altri soggetti transalpini, sta cercando di sostenere l’azione di quei parlamentari francesi che sono favorevoli ad una soluzione EFF al P2P , ovvero al varo di un canone aggiuntivo per gli utenti Internet, destinato a coprire l’utilizzo personale e privato dei sistemi di condivisione dei file.

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Pubblicato il 7 mar 2006
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