Nessuna backdoor in Windows Vista

Nessuna backdoor in Windows Vista

Microsoft rassicura gli utenti dopo le indiscrezioni delle scorse settimane: nessuno è disposto ad inserire strumenti nascosti per aiutare i servizi di sicurezza dei governi. Lo ribadiscono gli ingegneri di Redmond
Microsoft rassicura gli utenti dopo le indiscrezioni delle scorse settimane: nessuno è disposto ad inserire strumenti nascosti per aiutare i servizi di sicurezza dei governi. Lo ribadiscono gli ingegneri di Redmond


Redmond (USA) – I progettisti di Windows Vista sono pronti a giurare: dentro il nuovo sistema operativo non ci saranno backdoor d’alcun tipo, né per aiutare le forze dell’ordine ad accedere ai PC degli utenti né, tanto meno, per rendere meno sicure le funzioni di protezione crittografica dei dati, integrate nel nuovo software.

Microsoft risponde così indirettamente al governo britannico, che sembrava speranzoso di ottenere il supporto dell’azienda per sfruttare backdoor governative all’interno del nuovo sistema operativo.

Il primo Windows nell’era del trusted computing sarà “esente da qualsiasi tipo di backdoor”, garantisce Niels Ferguson, responsabile per lo sviluppo dei sistemi crittografici di Vista. La tecnologia BitLocker Drive Encryption è infatti uno dei punti di forza che Microsoft intende utilizzare per promuovere il nuovo SO, descritto come “il più sicuro della linea Windows”.

“La sola idea che Microsoft possa collaborare (in questo modo, ndr.) con le agenzie governative”, scrive Ferguson sul suo blog , “è una pura sciocchezza: prometto che le backdoor non ci saranno mai”, incalza, “dovessi morire in questo istante”.

Stando alle dichiarazioni di Ferguson, “nessun programmatore sarebbe disposto ad implementare o testare questo tipo di scorciatoie per le forze dell’ordine”. La tecnologia BitLocker sta “causando grandi problemi ai governi con cui siamo in contatto”, continua il progettista, “perché hanno già messo in conto l’eventualità di dover decrittare grandi quantità di dati protetti da BitLocker”.

Se dunque è evidente e palese la contrarierà ad una “backdoor di Stato”, c’è chi coltiva comunque una certa preoccupazione. Ciò si deve in particolare alla normativa CALEA, già celebre e già famigerata legge statunitense, che come noto rende sulla carta possibile l’obbligatorietà di installazioni di backdoor più che sui sistemi operativi in quanto tali sui più genericamente definiti apparati di comunicazione , il tutto in un momento in cui la distanza tra l’una e l’altra cosa va riducendosi .

Già lo scorso dicembre aveva lanciato l’allarme su CALEA l’associazione americana ACLU , da sempre in prima linea nel difendere le libertà digitali . ACLU ha avvertito che CALEA entrerà in vigore a partire dal 2007 e, vista la preminenza dei sistemi tecnologici americani, oltreché del software dedicato alle comunicazioni telematiche, le possibilità che tutto questo investa gli utenti di mezzo mondo e non solo quelli statunitensi è assai concreta.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
7 mar 2006
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