Il Corriere della Sera spiega l'hacking

Il Corriere della Sera spiega l'hacking

Un intervento curiosissimo appare sulle pagine online del primo quotidiano italiano. Cos'è un hacker? Uno che cancella dati e diffonde virus. Una chicca
Un intervento curiosissimo appare sulle pagine online del primo quotidiano italiano. Cos'è un hacker? Uno che cancella dati e diffonde virus. Una chicca


Roma – L’inserto Corriere Salute de Il Corriere della Sera, il più letto quotidiano italiano, ha portato con sé una chicca da non perdere per gli amanti delle chiacchiere su hacking e dintorni.

Nell’inserto, la cui pagina è riprodotta anche nella versione web del Corriere, è stato pubblicato un articolo non firmato dal titolo importante: “Identikit dell’Hacker”. Sottotitolo: “E’ ambizioso e feticista il pirata dei sistemi”.

L’ignoto autore dell’articolo informa che l’hacker, anzi il pirata informatico, sotto sotto è un criminale che “trascorre molto tempo al computer e interagisce con i sistemi operativi, instaurando un rapporto “feticistico” ed esclusivo”.

Ma come agisce questo pericoloso feticista? L’articolo spiega: “Il più delle volte l’hacker aggira le protezioni di un programma e si inserisce nel sistema provocando dei danni: cancellando i dati, sostituendo informazioni con altre artefatte o fraudolente, oppure danneggiando l’intero sistema con virus che potranno anche diffondersi ad altri utenti che si collegheranno con la postazione infettata”.

Una criminalità informatica dilagante, dunque, sebbene l’articolista ammetta che, di tanto in tanto, può assumere un connotato “politico” o “trasgressivo”, quando per esempio “la volontà dell’hacker è quella di rendere disponibili a tutti informazioni che altrimenti potrebbero essere conosciute soltanto pagando un elevato costo”.

Ma come sfuggire a questo abilissimo manipolatore digitale, questo Robin Hood/Mr Hyde dell’informazione? Non è possibile. Perché le protezioni delle aziende sono solo “accorgimenti temporanei, poiché gli hacker hanno messo a punto programmi che sono in grado, per esempio, di scoprire le password, di leggere quanto di più riservato è contenuto nel computer e di trasmetterlo a nostra insaputa ad un altro utente che potrà farne un uso più o meno corretto”.

Occhi aperti dunque, soprattutto quando si legge qualcosa, qualsiasi cosa.

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Pubblicato il
28 mar 2002
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