La CIA si fa bucare online

La CIA si fa bucare online

Dati riservati su migliaia di esponenti dell'intelligence americana possono essere rintracciati con facilità sulla rete delle reti. La denuncia di un quotidiano statunitense. Scoppia la polemica
Dati riservati su migliaia di esponenti dell'intelligence americana possono essere rintracciati con facilità sulla rete delle reti. La denuncia di un quotidiano statunitense. Scoppia la polemica


Washington (USA) – Nuovi guai per l’intelligence americana: un’inchiesta condotta dal Chicago Tribune ha infatti stabilito come le identità di migliaia di agenti e personale della CIA , il braccio operativo dei Servizi americani, siano disponibili online .

In particolare, secondo il giornale è sufficiente rivolgersi alle agenzie che via Internet danno accesso a informazioni e documenti pubblici per recuperare le identità, compresi i lavori di “copertura”, di più di 2.600 impiegati CIA , una “lista” che potrebbe mettere in serio pericolo le persone coinvolte.

Sebbene non tutti coloro che possono essere individuati facciano parte del personale che agisce sotto copertura, hanno spiegato i reporter del quotidiano dell’Illinois, il livello di allerta è ora massimo. Stando al “Tribune”, la stessa CIA ha confermato ai reporter che molti dei nomi presenti nella lista vanno considerati riservati ed è ovviamente questo il motivo per il quale la lista non è stata pubblicata dal giornale . Il direttore della CIA, Porter Goss, si è detto “atterrito” per la scoperta. E una portavoce ha spiegato che “l copertura è una questione complessa divenuta più complessa nell’era di Internet. Ci sono cose che funzionavano prima e che ora non funzionano più”.

Ciò che inquieta e che sta innestando nuove polemiche sull’intelligence statunitense, già nel mirino di roventi polemiche per le attività di intercettazione globale delle telecomunicazioni che svolge, è che per individuare quelle persone sia stato sufficiente ricorrere a elenchi telefonici , dati del catasto e delle transazioni di immobili, presenza in liste elettorali e via dicendo: tutte informazioni, dunque, facilmente reperibili online a chi fosse determinato a stilare una lista di “obiettivi”.

A tutto questo si aggiunge che, nella sua inchiesta, il Chicago Tribune ha individuato persino numeri telefonici interni del Pentagono e della CIA, oltre ad aver scoperto l’ubicazione di una serie di sedi della CIA sparse nel paese, alcune delle quali corrispondenti ad abitazioni in apparenza del tutto “normali”. “Quando il Tribune – scrive il giornale – ha ricercato i dati sui servizi commerciali online, il risultato è stata una directory virtuale di più di 2.600 dipendenti CIA, 50 numeri interni dell’agenzia e la locazione di una ventina di strutture CIA sul territorio americano”.

Un ufficiale anziano dell’intelligence americana interpellato dal Tribune ha spiegato che “non c’è una vera spiegazione per tutto questo, francamente”. A suo dire, però, la CIA ha sempre istruito a dovere i suoi uomini: “Sono loro i primi responsabili della propria copertura. Se non possono mantenerla loro, allora è difficile per chiunque altro farlo”.

Va detto che negli ultimi mesi negli USA ci si è quasi “abituati” alla diffusione inattesa di dati personali, anche finanziari, con casi clamorosi che hanno avuto l’onore delle cronache e che riguardano perlopiù privati cittadini che sono stati messi a rischio dalla mancata messa in sicurezza di importanti database. Ma in quei casi si trattava di “fughe di dati” mentre è la prima volta che le potenzialità stesse della rete mettono in grave crisi alcuni dei segreti di Stato più importanti, come l’identità di personale la cui copertura rappresenta talvolta l’unica garanzia di sicurezza personale.

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Pubblicato il
13 mar 2006
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