Contrappunti/ Il sogno della normalità

Contrappunti/ Il sogno della normalità

di Massimo Mantellini - Le news di Yahoo sono più seguite della CNN, l'edizione online del NYTimes ha più lettori di quella cartacea: la normalità tecnologica avanza ma sfugge ai politici, con le conseguenze che questo comporta
di Massimo Mantellini - Le news di Yahoo sono più seguite della CNN, l'edizione online del NYTimes ha più lettori di quella cartacea: la normalità tecnologica avanza ma sfugge ai politici, con le conseguenze che questo comporta


Roma – Una recente statistica inglese ci informa del fatto che nel Regno Unito il tempo trascorso dai cittadini on line ha superato quello dedicato alla televisione. Qualche tempo fa è stato invece il New York Times ad avvisarci che il numero di lettori della sua versione web avevano per la prima volta superato quello della versione cartacea. Decine di statistiche, spesso parecchio fantasiose, ci comunicano con ampio anticipo quando la comunicazione elettronica sostituirà definitivamente la consultazione dei libri, chiuderà le sale cinematografiche, spegnerà le radio in FM.

Cosa suggeriscono simili dati? Che valore concreto ed attuale hanno? E’ sempre stato così o siamo al centro di un rinascimento tecnologico che passa sopra le nostre teste senza lasciarcene accorgere?

E’ notizia sempre di questi giorni che la primavera francese del P2P è (per ora) definitivamente tramontata: l’idea di una legalizzazione della condivisione di contenuti sotto copyright fra utenti delle rete, in cambio della corresponsione di un abbonamento mensile, ha riempito le pagine dei quotidiani d’oltralpe per mesi ed animato le scaramucce politiche, prima di essere accantonata definitivamente dal Parlamento. Come ampiamente previsto.

Quelle appena citate, la continua crescita della penetrazione di Internet e le scelte imprenditoriali e politiche che tendono a limitarne gli effetti innovativi, sono due aspetti della medesima dinamica. E’ il solito elastico che un po’ si tende e un po’ si rilascia mentre le cose stanno cambiando. Siamo tutti in attesa di una prossima nuova normalità. Il momento in cui l’elastico deciderà di oscillare un po’ meno freneticamente di quanto non faccia ora.

La normalità come un traguardo quindi. Oppure come un miraggio, dati i tempi che corrono e le folli idee di una Internet a due velocità che in molti vorrebbero imporci.

Sarebbe in ogni caso utile comprendere come verrà modificata la nostra vita dal nuovo contesto digitale nel quale da qualche tempo è immersa. Ormai i riferimenti culturali al nuovo mondo della comunicazione interpersonale mediata da Internet sono quotidiani e ampiamente diluiti in molti strati della popolazione. Non è possibile ignorarne la portata. Solo i nostri politici sembrano riuscirci egregiamente.

E la realtà, vista con gli occhi disabituati di chi fatica a comprenderla, è spesso considerata peggiorativa. Scrive Federico Moccia, scrittore approdato ad un recente successo con il libro “Tre metri sopra il cielo”: “Oggi le ragazze di 14 anni si costruiscono da sole il loro blog, una piccola piattaforma per trovare amici e considerazione. Ma è tutto virtuale, finto, e rivela una grande solitudine” .

In realtà il mondo cambia nonostante Moccia ed i mille pregiudizi simili che ci capita di leggere ogni giorno. Secondo un recente studio della Columbia University la comunicazione giornalistica tradizionale è in caduta libera. Nell’ultimo anno i vecchi media hanno perso in USA un milione e 500mila lettori. Secondo USA Today, fra il 2003 e il 2004 l’audience di Yahoo News ha superato quella di CNN. Sempre meno persone comprano quotidiani e guardano i TG della sera. Arrivano a casa e cercano le notizie che li interessano su Internet. Sarà virtuale e finto – e di questo certo si potrà discutere – ma è un fatto che sia così.

Sono anni che sogniamo una Internet normale per tutti. Un ambiente che è “plurimo” e “aperto”, infinitamente migliore, già ora, di quello che spesso vediamo dipinto da critici più o meno interessati. Le ombre minacciose di un controllo dall’alto sulla circolazione del pensiero in rete ci sono oggi come in passato. Forse oggi appaiono ancora più incombenti perché riguardano un numero molto maggiore di persone. Possiamo sperare che Internet, come fino ad ora è sempre avvenuto, trovi la maniera di aggirare i tranelli e le trappole che vorrebbero trasformarla da grande agorà del libero pensiero a un insieme scollegato di piccoli giardinetti a pagamento. Dalle stelle alle stalle insomma: il grande laboratorio della libera espressione convertito in mercatino di suonerie per cellulari ed altra varia umanità. Io quel giorno sarò certamente da un’altra parte.

Perché ciò non avvenga, perché gli interessi della comunità superino quelli della grande speculazione, uno dei presupposti fondamentali è che la rete ed i valori che porta, siano il contesto della nostra quotidiana normalità . Un posto usuale, tanto usuale che nella lavanderia sotto casa – come mi è capitato di ascoltare giusto ieri – una signora anziana possa dire all’altra: “Certo che è vero, l’ho visto su www…..”. Speriamo bene.

Massimo Mantellini
Manteblog

I precedenti editoriali di M.M. sono qui

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Pubblicato il
20 mar 2006
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