Contrappunti/ Se l'adsl non serve

Contrappunti/ Se l'adsl non serve

di Massimo Mantellini. Telecom Italia annuncia grandi investimenti per allargare la copertura dei servizi a banda larga. Non è rivoluzione digitale, è business. Alla faccia di tutti quelli senza adsl e senza always-on
di Massimo Mantellini. Telecom Italia annuncia grandi investimenti per allargare la copertura dei servizi a banda larga. Non è rivoluzione digitale, è business. Alla faccia di tutti quelli senza adsl e senza always-on


Roma – Telecom Italia ha recentemente annunciato le nuove tariffe adsl per l’utenza residenziale. Si tratta di semplici adeguamenti dei canoni a quelli della concorrenza, con riduzioni di circa il 20%, più qualche novità.
L’annuncio dei nuovi profili tariffari per la larga banda è stato dato direttamente da Renato Ruggiero, Direttore di Telecom Italia Domestic Wireline, che ha colto l’occasione per esprimere una serie di valutazioni sullo sviluppo dell’adsl in Italia.

Poichè Telecom oggi rimane, per molte differenti ragioni, il soggetto commerciale principale con cui fare i conti quando si pensa allo sviluppo della connettività in Italia, tali dichiarazioni escono dal normale ambito del mercante che canta la meraviglia dei propri tappeti e si trasformano direttamente in valutazioni di politica tecnologica sulle quali vale la pena fare qualche considerazione.

Come ripetuto mille volte in passato, nessuno può immaginarsi di chiedere a Telecom Italia di diventare ciò che non è. Nessuno, in altre parole, si attende gesti altruistici da parte dell’ex monopolista nei confronti della crescita di Internet in Italia: sarebbe assurdo anche solo pensarlo. Telecom vende il suo tappeto e, se la tessitura e i colori saranno di nostro gradimento, ne considereremo l’acquisto: il rapporto solo commerciale fra fornitore di servizi e utente inizia e finisce qui.

Se così stanno le cose, allora ha senso chiedersi come mai una azienda privata come Telecom si ostini ad aggiungere all’interno dei comunicati stampa considerazioni sul proprio ruolo nello sviluppo tecnologico del paese. Si tratta di un argomento spinoso che l’azienda di Tronchetti Provera potrebbe anche evitare di sollevare, ma poichè Telecom è di differente avviso, allora forse può essere utile discuterne.

Le parole di Ruggero in occasione della presentazione della nuova offerta adsl sono state in questo senso assai chiare: “Questa strategia è destinata a dare un forte impulso allo sviluppo del mercato della larga banda in Italia e contribuirà al processo di digitalizzazione del Paese”.

Si tratta di una frase a prima vista banale e innocente che merita, per le ragioni sopraddette, di essere scomposta. Siamo proprio sicuri che Ruggiero abbia ragione e che Telecom stia facendo gli interessi del paese che vuole digitalizzarsi al più presto, per assomigliare nel minor tempo al resto dell’Europa tecnologica?

E’ stato detto da più e più parti, ed è credo ormai patrimonio comune, che l’accesso alla rete, perché tale modalità di interazione fra cittadini possa iniziare a dare i frutti che tutti attendiamo, debba essere prolungabile nel tempo, liberato cioè da ogni tipo di costo orario. Esiste anche un brutto inglesismo utilizzato per descrivere questa modalità: always-on. Questa condizione – l’essere sempre online – è il vero primo passo da compiere verso la digitalizzazione del paese ed è un momento che viene necessariamente “prima” dell’accesso ad alta velocità ai contenuti della rete.

Forse Ruggiero lo sa, forse fa finta di non saperlo, quello che in ogni caso sembra a noi evidente è che tale modalità di accesso non rientra troppo nei piani di Telecom la quale si è sempre opposta (e continua a farlo nonostante le flebili ingiunzioni del Garante e del Ministro delle Comunicazioni) ad un accesso flat analogico alla rete Internet in Italia, bloccando di fatto non solo le proprie offerte in tal senso (ogni mercante porta al mercato i tappeti che vuole) ma anche, indirettamente, quelle della concorrenza.

Ad ulteriore riprova di questo approccio, Telecom oggi propone una assoluta novità nel mondo delle offerte commerciali di connettività in Italia. Ha un nome che è quasi una contraddizione in termini: ADSL a consumo. Per poco meno di 25 euro al mese sarà possibile rimanere online per un massimo di 20 ore su linea adsl da 256 Kb, pagando poi ogni ora di collegamento eccedente 2,5 euro. Con tanti saluti all’always-on.

Si tratta di una offerta commerciale inedita che se ne sta lì ad ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, dell’allergia di Telecom Italia all’idea di un accesso a forfait al traffico dati che, evidentemente, deve sembrarle per qualche ragione inconcepibile.

Inconcepibili e contraddittorie sembrano invece proposte del genere che allontanano, anziché avvicinarli, gli utenti dalla rete Internet facendo prevalere una idea, quella della velocità (idea molto relativa vista la banda disponibile per l’adsl consumer oggi) rispetto a quella ben più importante della presenza . E’ più rilevante essere sempre in rete potendo disporre della posta elettronica e del web in ogni momento o lo è di più poter scaricare 100 mb in poche decine di minuti? La risposta è lapalissiana e siamo certi che anche i vertici di Telecom Italia la conoscano.

Quindi se proprio vogliamo dirla tutta sul processo di digitalizzazione in atto forse potremmo affermare che l’unica modalità commerciale che Telecom continua ad offrire e che possa essere definita “socialmente utile” è la normalissima ADSL a forfait (sia essa a 256 o a 640 Kb) offerta oggi con modalità e prezzi simili a quelli degli altri operatori. Per il resto, la prima compagnia telefonica italiana sembra contribuire ben poco al processo di digitalizzazione del paese per lo meno per ciò che attiene al mercato consumer. Per non dire che in alcuni casi le sue scelte commerciali sembrano di fatto ostacolarne il cammino.

Nonostante questo, le aspirazioni di catalizzatore sociale che Ruggiero auspica per la sua azienda (aspirazioni che sono sempre presenti nei comunicati stampa Telecom fin dai tempi del monopolio telefonico) potranno forse essere fra breve messe seriamente alla prova.

Resta infatti aperto il grosso problema dell’accesso continuativo alla rete nelle ampie zone del paese non servite dall’adsl: anche in questa partita come in molte altre Telecom è oggi uno dei soggetti centrali. Ecco, se davvero si vorrà aiutare il paese nello sviluppo tecnologico, appena il governo troverà modi e maniere di incentivare (come ha più volte affermato di voler fare) i collegamenti a Internet nei centri non serviti, Telecom potrebbe davvero mettere in pratica le proprie aspirazioni di servire il paese , per esempio (per iniziare) offrendo accessi analogici flat o portando (con i soldi dello stato) l’adsl anche nelle lande più sperdute. Collegando così a Internet in maniera continua località che semplici ragioni commerciali non consiglierebbero mai a nessun operatore di coprire.

Se ciò avverrà, promettiamo di non questionare più sugli intenti politici dei comunicati stampa dell’ex monopolista delle comunicazioni: se invece superiori ragioni di bilancio o di politica commerciale dovessero consigliare Telecom diversamente, allora la più importante compagnia telefonica italiana abbia il coraggio di ammettere (o di sottintendere) che il business è business e che tutto il resto è teatro. Piccole morali comprese.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
2 apr 2002
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