Sull'Hi-tech il disastro dei prodotti difettati

Sull'Hi-tech il disastro dei prodotti difettati

Anche Philips costretta al ritiro di TV Plasma difettosi. I gravi difetti di fabbricazione minano il rapporto fra consumatori e produttori. Gli analisti sostengono che la colpa sia da imputarsi all'abuso di outsourcing
Anche Philips costretta al ritiro di TV Plasma difettosi. I gravi difetti di fabbricazione minano il rapporto fra consumatori e produttori. Gli analisti sostengono che la colpa sia da imputarsi all'abuso di outsourcing


Roma – Gli appassionati di tecnologia non possono che disperarsi di fronte all’incredibile aumento dei difetti di produzione, riscontati nell’elettronica di consumo. L’ultimo richiamo, effettuato da Philips , ha riguardato una partita di televisori al Plasma della linea ” Ambilight “. Commercializzati negli Stati Uniti dal giugno 2005 con prezzi compresi fra i 3 mila e 5 mila dollari, si sono dimostrati inaffidabili.

In nove casi gli scintillatori interni sono saltati rischiando di mandare tutto in cenere; fortunatamente la presenza di materiali ritardanti ha evitato che i televisori prendessero fuoco, ma Philips ha pensato bene che fosse il caso di richiamare un buon numero di prodotti. Il problema sembra riguardare proprio la caratteristica speciale di questa linea, ovvero Ambilight: un sistema che proietta una luce a diffusione nella zona posteriore – quindi sul muro – in relazione alle cromie riprodotte dai film sullo schermo.

“Abbiamo contattato tutti i nostri clienti e siamo a metà lavoro per le riparazioni”, ha dichiarato Katrina Blauvelt, portavoce di Philips. “I costi di riparazione probabilmente si porteranno via tutti i profitti realizzati”, ha dichiarato Bill Coggshall, analista di settore e ricercatore per Pacific Media Associates . Secondo Stephen Baker, consulente di NPD , l’aumento dei difetti trova giustificazione nella corsa al taglio dei listini. “Philips ha fatto un grande richiamo, ma certamente non è l’unico del settore dell’elettronica di consumo”, ha spiegato Stephen Baker, consulente di NPD.

Qualche settimana fa Motorola ha ammesso che un ristretto numero di cellulari RAZR forniti a Cingular e T-Mobile soffriva di cadute istantanee del segnale. Problema che sembra stia rientrando secondo le dichiarazioni del portavoce di Motorola, Alan Buddendeck. A dicembre Dell ha richiamato non meno di 35 mila batterie per notebook, a rischio di incendio. A novembre Nikon ha fatto altrettanto, però con ben 700 mila batterie.

“Tutto ciò che sta avvenendo non riguarda nella maggior parte dei casi gli sviluppatori, ma è una responsabilità delle aziende che si affidano sempre di più all’outsourcing per contenere i costi produttivi”, ha aggiunto Baker. “Una società scrive il software, un’altra realizza i componenti e un’altra ancora li assembla”.

L’ultima ricerca di iSuppli ha evidenziato che nel settore TV, ad esempio, dieci aziende controllano il 66% del mercato. Senza un player dominante il settore è sconvolto da continue innovazioni, che però spesso si dimostrano difettose e complicate. “Un televisore dovrebbe essere un dispositivo semplice, ma la maggior parte non lo sono”, ha dichiarato Coggshall. L’ Università Tecnica di Eindhoven all’inizio del mese, non a caso, ha dimostrato con una serie di ricerche che anche se i prodotti hi-tech non mostrano evidenti problemi, molti consumatori non sono in grado di farli funzionare correttamente.

Insomma, per gli appassionati la situazione è critica: alcuni prodotti sono difettosi, altri hanno istruzioni troppo complicate, altri ancora fanno dell’usabilità un vero optional.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
22 mar 2006
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