Australia verso i filtri antiporno

Australia verso i filtri antiporno

Il leader dell'opposizione australiana vuole obbligare gli ISP ad implementare filtri statali per eliminare pornografia e contenuti violenti dalla Rete. Una censura... soft?
Il leader dell'opposizione australiana vuole obbligare gli ISP ad implementare filtri statali per eliminare pornografia e contenuti violenti dalla Rete. Una censura... soft?


Canberra – Lo spettro della censura online si rende sempre più visibile nell’ex colonia britannica. Kim Beazley, lo sfidante del premier John Howard alle prossime elezioni australiane, ha inserito l’obbligo di filtri statali antipornografia per tutti gli ISP nel suo programma elettorale.

Beazley, in un’intervista rilasciata ad un’emittente locale, ha dichiarato : “Due terzi dei genitori australiani non sono in grado di controllare i movimenti ed i comportamenti online dei propri figli”, al punto che “l’unico modo per bloccare i contenuti dannosi per i minori è di agire direttamente sugli ISP”.

“Gli ISP sono sul territorio australiano”, continua Beazley, “pertanto è giusto che si sottopongano a leggi australiane”. Attraverso l’istituzione di apparati nazionali per il filtraggio delle connessioni , lo stato australiano potrà quindi garantire “un taglio drastico al materiale pornografico e violento”.

Una decisione piuttosto insolita, specialmente dopo le dure critiche che l’ opposizione laburista ha riservato alle politiche telematiche di Howard: il primo ministro, infatti, ha recentemente attirato molte critiche per avere oscurato un sito satirico a lui dedicato .

Siamo di fronte ad un caso di censura online ? Dato per scontato che l’esposizione dei più piccoli alla pornografia non rappresenti sicuramente un’attività salutare, rimane ben chiaro che l’esistenza dell’offerta internazionale di erotismo digitale è subordinata ad una precisa legge di mercato: qualcuno, evidentemente, vuole libero accesso alla pornografia.

Nell’ipotesi di una futura vittoria laburista, in Australia ci sarà sicuramente una Internet “più pulita”, completamente epurata da donne in pose ammiccanti e scene spesso scabrose ma – si chiedono ora in molti – a quale prezzo?

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
22 mar 2006
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