Roma – Sembra proprio che nel settore home video il formato ottico Universal Media Discs (UMD) della PlayStation Portable (PSP) sia destinato a fare la stessa fine di Betamax, altro celebre formato di Sony che nei primi anni ’80 uscì prematuramente dal mercato.
I dischetti della PSP, capaci di contenere fino a 1,8 GB di dati, sono stati progettati principalmente come media per la distribuzione dei giochi, ma possono contenere anche musica, video e altri contenuti digitali. Sony, in particolare, ha tentato di far leva sulla propria posizione di mercato per trasformare UMD in una sorta di rivale “portatile” del DVD-video, capace di contenere un film in alta risoluzione. Le ambizioni del colosso nipponico si stanno però scontrando con lo scarso interesse fin qui dimostrato dai consumatori verso gli UMD-video.
Le vendite di film in UMD sono così scarse che due fra i maggiori studios cinematografici d’oltre oceano, Universal Studios e Paramount Pictures, hanno già cessato la distribuzione dei propri film in questo formato. 20th Century Fox, Buena Vista e persino la stessa Sony hanno invece significativamente ridotto il numero di titoli disponibili su dischi UMD.
Dai rivenditori non sembrano arrivare segnali più ottimisti: Wal-Mart, la più grande catena di negozi statunitense, ha infatti eliminato buona parte dello spazio dedicato agli UMD-video e, secondo alcune fonti, si appresterebbe a cessarne del tutto le vendite.
Gli analisti affermano che lo scarso successo incontrato dai titoli in formato UMD è dovuto a due principali fattori: l’impossibilità di vedere i film su dispositivi differenti dalla PSP e il prezzo troppo elevato. In Italia è possibile acquistare UMD via Internet a prezzi compresi fra i 12 e 22 euro (a cui vanno aggiunte le spese di spedizione), ma nei negozi il costo può salire fino a 30 euro.
Ma Sony non sembra ancora disposta a rottamare UMD-video. Il colosso è infatti in trattative con le major di Hollywood per fare in modo che gli utenti della PSP possano guardare i film acquistati anche sul televisore di casa. Basterà questo contentino ai consumatori per risollevare le sorti della distribuzione video su formato UMD?