Il software di oggi? Troppo lento

Il software di oggi? Troppo lento

Il guru Nicholas Negroponte punta il dito contro i programmatori dell'ultima generazione, accusati di produrre bloatware, software lento e sprecarisorse. Non risparmia neanche la comunità Linux
Il guru Nicholas Negroponte punta il dito contro i programmatori dell'ultima generazione, accusati di produrre bloatware, software lento e sprecarisorse. Non risparmia neanche la comunità Linux


Boston (USA) – Una sonora strigliata per sviluppatori e softwarehouse di tutto il Mondo. Nicholas Negroponte, guru del MIT ed ideatore del progetto One Laptop per Child per informatizzare il terzo mondo, non sembra proprio voler promuovere l’ informatica contemporanea : “Ormai ogni nuova versione di qualsiasi software è peggiore di quella precedente”, ha affermato nel corso di un intervento alla conferenza LinuxWorld , un intervento raccontato nei dettagli da Wired .

L’epiteto di bloatware , termine gergale che indica software sprecarisorse dalle scarse prestazioni, è ormai il denominatore comune “valido per tutti i programmi in circolazione”, sostiene Negroponte, “senza neanche escludere Linux”. Negroponte non ha risparmiato critiche al vetriolo a Microsoft : “Ogni volta che Andy Grove (CEO di Intel ndr.) progetta una CPU più potente, Bill Gates la sfrutta subito tutta”, poiché Windows sarebbe sempre più avido di risorse ad ogni sua nuova versione.

Il problema del software grasso , per usare le stesse parole di Negroponte, affonda le sue radici sia nelle scelte dell’industria informatica sia nell’attitudine dei consumatori: “Dobbiamo riprogettare i sistemi, renderli più semplici e più snelli”, ha aggiunto, “ma le persone non ne vogliono sapere: più semplice e snello non significa meno potente, ma semplicemente più veloce”.

Riguardo al suo progetto per realizzare laptop a 100 dollari , sbeffeggiati dai detrattori come ” macchinette a manovella “, Negroponte ha ribadito che le critiche di Intel e la concorrenza di Microsoft sono la riprova che l’iniziativa non profit per portare l’informatica nei paesi poveri “sta procedendo nel verso giusto”.

“Quando Microsoft ed Intel si interessano subito al tuo progetto”, ha detto Negroponte, “allora puoi capire che stai facendo la cosa giusta: il progetto ha scopi umanitari ed educativi, non è un assalto al mercato dei laptop”. In futuro, ha assicurato il guru , il computer per i bambini del terzo mondo avrà un costo “ancora più contenuto”, avvicinandosi alla soglia dei 50 dollari entro il 2010.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
6 apr 2006
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