Accuse di frode sui click per Yahoo

Accuse di frode sui click per Yahoo

Ben Edelman, ricercatore di Harvard, accusa il motore di ricerca californiano di aver truffato gli inserzionisti del programma di promozione pubblicitaria online
Ben Edelman, ricercatore di Harvard, accusa il motore di ricerca californiano di aver truffato gli inserzionisti del programma di promozione pubblicitaria online


Roma – Il ricercatore di Harvard Ben Edelman ha pubblicato uno studio in cui accusa il motore di ricerca Yahoo! di avere truffato gli inserzionisti del proprio programma di promozione pubblicitaria online.

Il fenomeno delle cosiddette frodi sui click , un vero e proprio terremoto che sta scuotendo il marketing online, ha già trascinato Google in un mare di guai.

Secondo Edelman, Yahoo! rivende i propri ads a concessionarie pubblicitarie, che approfittano di certi adware per distribuire gli spot richiesti a Yahoo in maniera alternativa ed illegittima. Le pubblicità inserite all’interno degli adware, come quelli prodotti da 180solutions , funzionano ovviamente secondo il modello pay-per-click : le concessionarie hanno quindi ottime possibilità di incassare commissioni da Yahoo!-Overture in maniera direttamente proporzionale alla diffusione del proprio adware.

Edelman parla esplicitamente di click-fraud connection , un circolo vizioso dove “i veri truffati sono esattamente gli inserzionisti, che pagano per reclamizzare i propri servizi e prodotti su un motore di ricerca ed invece finiscono per pagare la visibilità su adware e spyware di vario tipo”. L’esperto reputa che questo tipo di pratica sia molto diffusa tra i maggiori motori di ricerca; pertanto le accuse rivolte a Yahoo potrebbero tecnicamente coinvolgere anche i programmi promozionali offerti da Google.

I portavoce di Yahoo hanno immediatamente risposto alle accuse: “La nostra azienda reputa fondamentale la qualità della distribuzione pubblicitaria ed investigheremo al più presto sulla natura e sulle fonti di queste accuse, in modo da risolvere ogni problema attraverso i nostri avvocati”. Il ricercatore afferma di avere “prove schiaccianti”: il modello pay-per-click inizia a tremare?

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
6 apr 2006
Link copiato negli appunti