Il telefonino della morte

Il telefonino della morte

di Gilberto Mondi. C'è qualcosa che spinge ineluttabilmente verso i sistemi vivavoce, come se questi risolvessero la questione degli incidenti stradali. Ma a uccidere è la vivacità di una conversazione e non il cellulare
di Gilberto Mondi. C'è qualcosa che spinge ineluttabilmente verso i sistemi vivavoce, come se questi risolvessero la questione degli incidenti stradali. Ma a uccidere è la vivacità di una conversazione e non il cellulare


Roma – Il governo italiano ha finalmente deciso di mettere fine ai numerosi incidenti che l’uso del cellulare in automobile provoca ogni anno. Almeno è questo che nei giorni scorsi ha fatto capire il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Pietro Lunardi, secondo il quale nei giorni di Pasqua addirittura la metà degli incidenti automobilistici è stato causato dall’uso troppo disinvolto del cellulare in macchina.

Ora si apre, naturalmente, la spinosissima questione del “come” impedire che gli italiani continuino a non rispettare la legge e ad utilizzare il telefonino mentre guidano, rischiando la vita propria ed altrui.

Qualche idea l’ha fornita proprio Lunardi, secondo cui il problema non è tanto la distrazione che può essere indotta da una conversazione mentre si guida ma il fatto che si usi il cellulare in modo “improprio”. Tanto che Lunardi si sarebbe già rivolto alla FIAT per sapere se la società torinese vede come fattibile l’impianto di un vivavoce di serie sulle proprie automobili.

Ora, sebbene la FIAT goda di una quota importante del mercato automobilistico italiano è evidente che una sua mossa in tal senso risulterebbe poco efficace e persino commercialmente dannosa – in quanto alzerebbe i prezzi dei listini – qualora non fosse seguita da un’uguale operazione da parte di tutti i produttori.

Ma il punto non è solo questo. Siamo davvero sicuri che il problema stia nel vivavoce? Secondo Lunardi si può anche tollerare l’auricolare… Ma davvero risolve?

Il problema di chi guida mentre parla è quello di guidare mentre parla, appunto, oppure di tenere una mano lontano dal volante, come sembra suggerire il ministro?

Nel primo caso non si vede alcuna differenza tra l’uso dell’auricolare, del vivavoce o del telefonino vicino all’orecchio. Una conversazione vivace, una grave notizia o altro ancora ricevuto sul cellulare distraggono senz’altro in misura uguale, indipendentemente dalla protesi utilizzata per conversare.

Ma se davvero secondo Lunardi il problema è invece quello di tenere le mani sul volante, c’è da chiedersi se non sia il caso allora di vietare tout-court le numerose attività che spingono ad allontanare dal volante una mano – quanti mangiano alla guida? – e non solo il cellulare.

Una decisione va presa, e in fretta: il rischio è di discriminare il portatore sano di telefonino.

Gilberto Mondi

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Pubblicato il 8 apr 2002
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