Yahoo, terremoto nel pay-per-click

Yahoo, terremoto nel pay-per-click

Assalto legale contro il motore di ricerca per la truffa sul modello promozionale pay-per-click messa a nudo da un esperto dell'Università di Harvard. Già si parla di class-action
Assalto legale contro il motore di ricerca per la truffa sul modello promozionale pay-per-click messa a nudo da un esperto dell'Università di Harvard. Già si parla di class-action

Sunnyvale (USA) – Crafts by Veronica , un negozio online del New Jersey, ha denunciato Yahoo! per quella che ritiene essere una “truffa pubblicitaria”, come l’ha definita il giurista Ben Edelman di Harvard . I responsabili di Crafts by Veronica accusano Yahoo di aver pubblicato le proprie inserzioni su siti di dubbia provenienza e persino in alcuni adware .

I soldi spesi in pubblicità online, tecnicamente, sarebbero serviti “per ottenere traffico altamente selezionato”, sostiene uno dei rappresentanti legali del negozio. “Malgrado le nostre lamentele”, continuano gli avvocati, “Yahoo ha continuato a far pagare il nostro cliente per inserzioni pubblicate e diffuse in modo completamente improprio, contrario agli accordi precedentemente stipulati”. Come ricorda Ben Edelman, “molti siti che diffondono spam o spyware utilizzano il servizio pubblicitario pay-per-click di Yahoo per arricchirsi”.

Alcuni particolari contenuti nel testo della denuncia tendono ad aggravare le accuse: “L’intero volume di traffico web improprio associato al servizio promozionale pay-per-click”, riporta News.com , “è stato utilizzato da Yahoo per gonfiare le previsioni finanziarie, ingannare gli investitori e quindi per trarne profitto personale”. I legali di Yahoo per ora non hanno voluto commentare.

Quelli di Crafts by Veronica sperano, invece, sull’appoggio di altri imprenditori ed aziende in numero ancora imprecisato. Qualcuno parla già di class-action contro Yahoo.

La denuncia è un vero e proprio fulmine a ciel sereno che cade sull’intero settore del marketing online, nonostante molti osservatori stiano da tempo annunciando la fine del modello pay-per-click , facilmente “pilotabile” e potenziale veicolo di truffe ai danni degli inserzionisti.

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Pubblicato il
5 mag 2006
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