Sì, i cellulari hanno effetti sul cervello

Sì, i cellulari hanno effetti sul cervello

Ecco i risultati di una ricerca italiana: le emissioni elettromagnetiche dei telefonini modificano l'attività encefalica. Effetti dimostrati senza alcun dubbio, sostiene il coordinatore dello studio
Ecco i risultati di una ricerca italiana: le emissioni elettromagnetiche dei telefonini modificano l'attività encefalica. Effetti dimostrati senza alcun dubbio, sostiene il coordinatore dello studio

Brescia – Secondo uno studio realizzato dall’ IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, in collaborazione con scienziati accademici e professionisti ospedalieri, l’uso dei cellulari ha effetti eccitanti sulle cellule del cervello. A differenza di quanto proposto dai ricercatori svedesi, convinti del nesso tra tumori e telefonia mobile , questo studio italiano non fornisce giudizi categorici: l’eccitabilità, in definitiva, non fa né male né bene .

“È dimostrato senza alcuna ombra di dubbio”, hanno detto i responsabili dello studio, “che le emissioni elettromagnetiche dei telefoni cellulari producono effetti sull’eccitabilità del cervello di chi li usa”. Questo significa che le onde elettromagnetiche vengono captate dal nostro cervello. Il prossimo passo sarà capire se queste radiazioni producano effetti positivi o negativi.

La zona più esposta alle radiazioni elettromagnetiche sarebbe la corteccia cerebrale : dopo 45 minuti d’esposizione alle invisibili emissioni di un dispositivo cellulare, l’emisfero cerebrale corrispondente all’orecchio utilizzato per la chiamata è chiaramente “sovraeccitato”. La variazione d’attività cerebrale appena individuata, ha spiegato il direttore del progetto Paolo Maria Rossini, è “un metodo per misurare l’effetto dei cellulari sulle funzioni cerebrali”. La ricerca è stata svolta su 15 soggetti volontari che hanno indossato speciali elmetti equipaggiati con un cellulare GSM per ogni lato: uno sopra ogni orecchio.

“In alcune patologie, come ad esempio l’Alzheimer, una delle ipotesi è che un aumento delle condizioni di eccitabilità del cervello potrebbe avere un effetto terapeutico”, ha riferito l’esperto. “Per questo, uno dei prossimi passi sarà quello di concentrarci negli studi finalizzati appunto a verificare un eventuale utilizzo di strumenti ad emissione di onde elettromagnetiche, come sono i cellulari, dal punto di vista clinico, per il trattamento di persone con eccitabilità del cervello particolarmente ridotta, proprio come nel caso dei malati di Alzheimer o di pazienti dopo un Ictus”.

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Pubblicato il
24 mag 2006
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