AMD: un Windows leggero farebbe danni

AMD: un Windows leggero farebbe danni

Il primo testimone della difesa Microsoft è il chipmaker che sostiene le tesi dell'azienda di Redmond schierandosi contro una versione modulare di Windows. AMD ritiene che un Windows così porterebbe il settore indietro di 20 anni
Il primo testimone della difesa Microsoft è il chipmaker che sostiene le tesi dell'azienda di Redmond schierandosi contro una versione modulare di Windows. AMD ritiene che un Windows così porterebbe il settore indietro di 20 anni


Washington (USA) – Il primo testimone della difesa di Microsoft al processo antitrust in appello è WJ Sanders, il chairman del celebre chipmaker AMD, le cui parole fanno decisamente comodo all’azienda di Bill Gates.

Microsoft presenterà i testimoni a proprio favore nelle prossime settimane e Sanders è uno di quelli le cui tesi si scontrano con quelle dell’accusa dei nove stati americani che ancora perseguono Microsoft. Questi ultimi, infatti, chiedono che sia imposta all’azienda di Redmond la realizzazione di un Windows ridotto, “modulare”, capace di ospitare applicazioni altrui e di fare a meno di una quantità di applicativi che Microsoft ha integrato nel proprio sistema operativo.

Ma Sanders ritiene che una versione del genere, quella che secondo Microsoft non solo non si può fare ma che costringerebbe l’azienda a ritirare Windows dal mercato, non s’ha proprio da fare. La testimonianza di Sanders si basa sul concetto che una versione modulare di Windows si ritorcerebbe contro i produttori che attorno a Windows costruiscono il proprio business di sviluppo, hardware e software.

“Qualsiasi soluzione – ha dichiarato Sanders – pensata per frammentare la piattaforma Windows e dunque impedirne i benefici di una ampia compatibilità forniti da tale piattaforma, porterebbero l’industria indietro di almeno 20 anni, il tutto ad un costo tremendo per i consumatori e l’economia nazionale”.

In particolare, Sanders ritiene che un Windows ridotto obbligherebbe i produttori a cambiare le proprie linee di produzione, a riformulare il proprio intero business e portare a nuovi problemi per loro. E ha fatto l’esempio di AMD, che ha investito centinaia di milioni di dollari in ricerca e sviluppo per Athlon XP per la sicurezza che avrebbe lavorato su tutte le attuali versioni di Windows.

“Se non riusciamo a mantenere il supporto e le certificazioni di Microsoft – ha anche detto Sanders – la nostra capacità di commercializzare i nostri processori potrebbe esserne gravemente colpita”.

Una tesi, dunque, che si contrappone a quella degli stati che, come noto, ritengono invece essenziale una versione limitata di Windows che consenta proprio ai produttori di sviluppare prodotti e applicativi alternativi a quelli Microsoft, in modo tale che sia riaperto il mercato nella concorrenza, quello stesso principio di concorrenza contro cui, secondo la sentenza di primo grado, Microsoft ha agito.

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Pubblicato il
17 apr 2002
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