Amnesty, campagna contro la censura online

Amnesty, campagna contro la censura online

L'associazione rivolge pesanti accuse a Yahoo, Microsoft e Google e lancia una mobilitazione globale contro i regimi che ostacolano la libertà d'espressione su Internet
L'associazione rivolge pesanti accuse a Yahoo, Microsoft e Google e lancia una mobilitazione globale contro i regimi che ostacolano la libertà d'espressione su Internet

Roma – Amnesty International , la celebre organizzazione internazionale di attivisti per la protezione dei diritti umani, ha specificato che la difesa della libertà d’espressione su Internet è importante quanto la lotta alla pena di morte o alla tortura, due fenomeni contro i quali Amnesty lavora ormai da molti anni. L’associazione ha così lanciato la campagna Irrepressible , che si può tradurre con impossibile da reprimere o controllare .

“Internet è la nuova frontiera per la difesa dei diritti umani”, si legge nell’ homepage del sito dedicato all’iniziativa, “ed è fondamentale che Amnesty International si schieri contro quelle multinazionali che stanno aiutando alcuni dei regimi più repressivi del pianeta, che incarcerano i blogger, censurano i motori di ricerca e tengono sotto controllo i sistemi di comunicazione”.

Amnesty ha così avviato tre differenti petizioni online : una per fermare i governi e le aziende di tutto il pianeta attualmente impegnate nella censura online , un’altra per richiedere la scarcerazione di Shi Tao , il giornalista cinese condannato a dieci anni di reclusione , ed un’ultima campagna chiamata Undermine Censorship , metti in difficoltà la censura .

Quest’ultima prevede il coinvolgimento diretto di editori e blogger ed è una vera e propria “chiamata alle armi” per la pubblicazione dei materiali online censurati nei paesi meno liberali.

La campagna Irrepressible è stata progettata insieme agli esperti di Open Net Initiative e del periodico britannico The Observer .

“È necessario che le aziende del settore abbiano un approccio più etico nei riguardi di Internet”, dicono i portavoce di Amnesty, “e che assorbano finalmente una lezione importante: il nobile principio della libertà non deve mai essere sottomesso a quello del profitto”.

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Pubblicato il
29 mag 2006
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