Il Pentagono dietro il bimbo-monitoraggio

Il Pentagono dietro il bimbo-monitoraggio

Lo scandalo della N2H2 sta assumendo proporzioni galattiche negli States: pare infatti che l'azienda dei filtri Internet vendesse al ministero della Difesa americana i dati sulle navigazioni dei bimbi. E ora ci si chiede perché
Lo scandalo della N2H2 sta assumendo proporzioni galattiche negli States: pare infatti che l'azienda dei filtri Internet vendesse al ministero della Difesa americana i dati sulle navigazioni dei bimbi. E ora ci si chiede perché


Washington (USA) – Perché il Pentagono è interessato ai dati personali raccolti dalla N2H2, una delle maggiori case produttrici di software per “filtrare” i contenuti “indesiderati” dalla Rete? Perché il Pentagono ha bisogno delle informazioni che riguardano per lo più minorenni? A chiederselo sono in molti e l’Electronic Privacy Information Center ( EPIC ), potente organizzazione pro-privacy, ha intenzione di andare a fondo in quello che appare uno scandalo difficile da tenere sotto controllo.

Quello che sappiamo è che il Pentagono ha in mano moltissimi dati raccolti nel tempo da N2H2, che come si ricorderà è salita alla ribalta delle cronache dopo aver ammesso la raccolta “abusiva” di dati personali sulla base delle navigazioni effettuate dai bambini che sottostavano al suo software “filtro”.

EPIC ha chiesto alle autorità federali di fornire una serie di risposte su quanto sta accadendo, una richiesta che dovrà ottenere un risultato sulla base del Freedom of Information Act, la legge sulla trasparenza che ha consentito ad EPIC e a Cryptome di sapere molte cose del sistema di intercettazione TEMPEST.

“Senza voler saltare subito alle conclusioni – ha affermato il direttore esecutivo di EPIC, Marc Rotenberg – questa vicenda potrebbe trasformarsi in uno dei più gravi episodi di violazione dei cyber-diritti nell’anno”.

I dati oggi in mano al Pentagono sono quelli raccolti nel database “Class Clicks”, realizzato sfruttando le doti di un software, Bess, che viene utilizzato da 12 milioni di bambini nelle scuole pubbliche americane. E non va sottaciuto, a questo punto, il fatto che le scuole che utilizzano questo genere di software ricevono finanziamenti pubblici.

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Pubblicato il
2 feb 2001
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