Gates: Free Software incubatore di contadini

Gates: Free Software incubatore di contadini

In una conferenza sull'e-governement Bill Gates si è scagliato contro il free software e la licenza GPL, sostenendo che questo approccio è buono soltanto per chi si voglia dare all'agricoltura
In una conferenza sull'e-governement Bill Gates si è scagliato contro il free software e la licenza GPL, sostenendo che questo approccio è buono soltanto per chi si voglia dare all'agricoltura


Seattle (USA) – Mentre alcuni stati – dalla Germania alla Francia, passando per l’Italia – stanno prendendo in serio esame l’adozione del software libero in ambito istituzionale, Microsoft ha intensificato le sue relazioni con i vari governi per proporre – vedi il progetto per la Pubblica Amministrazione – le sue soluzioni commerciali in ambito di e-government.

Alla base della proposta di Microsoft c’è, ancora una volta, la piattaforma.NET e, in particolare, una porzione del puzzle chiamata eGovernment.NET. Ed è proprio attorno a questo nuovo prodotto che in queste settimane il big di Redmond sta portando avanti una campagna con la quale spera di disincentivare le amministrazioni pubbliche dal prendere in considerazione il software libero come alternativa economica alle soluzioni proprietarie.

Durante una recente conferenza sull’e-governement tenutasi a Washington, Bill Gates ha voluto difendere con decisione l’importanza del software commerciale per il settore pubblico demonizzando, dall’altro lato, tutto ciò che porta il marchio “Free Software”. Il boss di Microsoft si è scagliato in particolare contro quei governi che intendono investire nella ricerca e sviluppo di software libero e che, così facendo, soffocherebbero la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Nell’ambito di quello che definisce “approccio capitalistico”, Gates sostiene che “il software dovrebbe creare lavoro e la ricerca e sviluppo dei governi dovrebbe generare lavoro: ne consegue che quest’ultima dovrebbe essere fatta in modo da poter essere commercializzata”.

Ma il nemico numero uno alla filosofia capitalistica di Microsoft è, ancora una volta, la licenza GPL.

“C’è una fazione schierata contro questo (approccio) – sostiene Bill Gates -, la così chiamata General GPL source license Free software Foundation, la quale sostiene che tutti i paesi, oltre agli USA, dovrebbero dedicare dollari alla ricerca e sviluppo seguendo il cosiddetto “approccio aperto”, il che significa che non potrete mai commercializzare questo software. Ed è questa una scelta interessante, da parte di uno stato, per negare a sé stesso i benefici provenienti da quei posti di lavoro altamente remunerati e da quel genere di tasse che consentono ad un paese di finanziare le proprie università e, più in generale, tutta la ricerca”.

In breve, Gates sostiene che quegli stati che appoggiano il software libero rinunciano ad un ‘”ecosistema che ha funzionato davvero bene negli Stati Uniti”: quello stesso ecosistema – ha commentato qualcuno – in cui Microsoft detiene il monopolio del mercato.


Il chairman MS ha poi detto che la disponibilità del codice sorgente non è generalmente necessaria e, quando lo è, Microsoft provvede a rilasciarlo. L’uomo più ricco del mondo ha anche ribadito che la sua azienda non si pone affatto contro il software free, ma che anzi “Microsoft crede che il free software sia una gran cosa”, specie in ambito accademico. “Tuttavia – ha continuato Gates – questo non dovrebbe essere software GPL”.

“Il software GPL – secondo Gates – è come quello che viene chiamato Linux, un sistema dove tutto ciò che vi gira attorno non potrà mai essere commercializzato”.

Se di free software proprio si deve parlare – sembra dire Gates – allora si dovrebbe prendere in considerazione “un ecosistema simile a qualcosa del tipo di VSB” (molto probabilmente la trascrizione errata di BSD, NdR), una licenza, quella di questa versione free di Unix, che Microsoft ha già più volte mostrato di gradire a causa della possibilità di riutilizzare il codice in prodotti commerciali, come Windows.

“Un governo può investire in progetti di ricerca su BFP o Unix – ha concluso Gates – e nello stesso tempo vedere aziende che danno vita a nuove attività in questi settori. D’altra parte le politiche adottate nelle tecnologie, prendi la biotecnologia, fanno sì che se le università portano avanti progetti che possono essere commercializzati, allora si avrà un aumento dei posti di lavoro nell’IT nel proprio paese. E se invece lo scenario non è questo, allora ok, diciamo che uno può mettersi a fare l’agricoltore o quello che vuole. Le tasse si pagano comunque, non so. E gli agricoltori vadano pure a lavorare, la notte, sui codici sorgenti”.

Che tutti i fan di Linux siano destinati a coltivar carote e zucchine?

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Pubblicato il 22 apr 2002
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