Bocciata la Neutralità della Rete

Bocciata la Neutralità della Rete

Il Parlamento federale statunitense ha affossato gli emendamenti chiave della riforma sulle telecomunicazioni, quelli che avrebbero garantito il principio di Neutralità e non-discriminazione del traffico web
Il Parlamento federale statunitense ha affossato gli emendamenti chiave della riforma sulle telecomunicazioni, quelli che avrebbero garantito il principio di Neutralità e non-discriminazione del traffico web

Washington (USA) – Si mette male per il principio di neutralità della Rete : il Parlamento federale di Washington DC ha respinto gli emendamenti alla legge di riforma istituzionale sulle telecomunicazioni che avrebbero salvato Internet dalla deriva verso il cosiddetto modello a due velocità .

Con 269 deputati contrari ed appena 152 favorevoli, la maggioranza assoluta della Camera dei Rappresentanti ha soffocato le aspettative favorevoli di artisti ed editori indipendenti . Le pressioni di grandi aziende come Google e Microsoft , così come la campagna di sensibilizzazione via email lanciata da eBay , non sono riuscite ad influenzare l’opinione del Partito Repubblicano, i cui membri hanno determinato il risultato della votazione.

Tuttavia non è detta l’ultima parola ed i rappresentanti dell’opposizione, i membri del Partito Democratico, confidano in ulteriori consultazioni parlamentari e soprattutto nei diritti individuali riconosciuti dall’ordinamento americano, che tecnicamente salvaguardano la libertà d’accesso indiscriminata al mezzo di comunicazione più importante del nostro secolo.

“Dobbiamo vincere, dobbiamo vincere semplicemente perché è nostro diritto”, dice Ed Markey, deputato dei Democratici e strenuo sostenitore del principio di neutralità: “La neutralità è fondamentale per il corretto funzionamento delle dinamiche di Internet”. Gli emendamenti respinti avrebbero messo il destino di Internet nelle mani dell’autorità delle telecomunicazioni, FCC : l’ente avrebbe avuto la possibilità di regolamentare il mercato della connettività e di conseguenza, come lamentano numerosi esponenti dell’industria delle telecomunicazioni , di limitare l’iniziativa degli imprenditori.

La battaglia sulla neutralità è aperta ormai da tempo anche in Italia e riguarda da vicino il futuro dell’informatica e delle telecomunicazioni. L’associazione Articolo 21 ha dedicato un interessante commento alla questione, definendo il Parlamento statunitense come “authority delle telecomunicazioni del globo”.

L’abolizione della neutralità, un principio d’ordine sociale prima ancora che economico, permetterebbe agli operatori telefonici di assicurarsi nuovi profitti basati sulla discriminazione nella disponibilità di banda tra i content provider : al tempo stesso, metterebbe in situazione di difficoltà tutti gli editori indipendenti, incapaci di sostenere i costi di connettività aggiuntivi che una grande azienda può permettersi pur di avere maggiore visibilità rispetto alla concorrenza.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
12 giu 2006
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