Gates alla sbarra bacchetta tutti

Gates alla sbarra bacchetta tutti

Il fondatore e chairman di Microsoft in gran forma torna a testimoniare dopo alcuni anni nel procedimento antitrust contro la sua azienda. E insiste: Windows va tutelato non distrutto
Il fondatore e chairman di Microsoft in gran forma torna a testimoniare dopo alcuni anni nel procedimento antitrust contro la sua azienda. E insiste: Windows va tutelato non distrutto

Roma – Bill Gates di nuovo in tribunale dopo alcuni anni per cercare di tirar fuori dai guai Microsoft, l’azienda che ha fondato e di cui è chairman. Ha consegnato 155 pagine di testimonianza scritta ieri sera prima di presentari dinanzi al tribunale distrettuale di New York. Una testimonianza accompagnata da parole e bacchettate su tutti i fronti della lunga battaglia legale.

Il primo nodo affrontato da Gates è stato Windows e la proposta degli stati che perseguono l’azienda di obbligare Microsoft a crearne una versione “ridotta”. Se secondo il CEO di Microsoft, Steve Ballmer, questo significa costringere Windows al ritiro dal mercato, secondo Gates la versione “leggera” auspicata dall’accusa non è percorribile. Presentando una serie di diapositive per spiegare il proprio punto di vista sulla rimozione di Internet Explorer da Windows, Gates ha affermato: “Questo dimostra che se si rimuove questo blocco di codice allora altre funzioni ne escono degradate al massimo. E non sono più operative”.

Il secondo punto fondamentale toccato da Gates anche nel corso delle contro-domande dell’accusa è stato il vantaggio che arriverebbe ai competitor di Microsoft dalla soluzione individuata dagli stati.
“Da come capisco la cosa – ha affermato – uno degli obiettivi principali sarebbe fornire la tecnologia Microsoft ai concorrenti dell’azienda così che questi possano costruire software funzionalmente equivalenti ai nostri prodotti subito e possano raggiungere tutte le nostre future innovazioni nei prossimi dieci anni”. Una provocazione con cui Gates ha spiegato la propria convinzione che una soluzione come quella proposta dall’accusa si tradurrebbe in un disastro dannoso per tutti.

Bill Gates Gates si è anche detto fortemente contrario al passaggio di qualsiasi dato tecnico sul “cuore” delle tecnologie dell’azienda, sostenendo che questo costituirebbe “un trasferimento massivo dei diritti di proprietà intellettuale di Microsoft” nelle mani dei suoi competitor, molti dei quali assistono da sempre l’accusa nel procedimento contro l’azienda.

In sostanza, ha insistito un Gates in ottima forma, quanto proposto dagli stati va a colpire al cuore il successo di Microsoft “causando grandi danni a Microsoft stessa, alle altre aziende che costruiscono proprie soluzioni sui prodotti Microsoft nonché alle aziende e ai consumatori che utilizzano software per PC”.

“Io so – ha poi sottolineato il chairman Microsoft – che Microsoft non avrebbe mai sviluppato Windows95, uno dei software che hanno avuto più successo nella storia, se queste richieste fossero emerse negli anni ’90”.

A pesare più della deposizione orale di Gates sarà probabilmente la memoria scritta consegnata al tribunale, quelle 155 pagine in cui vengono evidenziati e sezionati i concetti espressi dal manager in aula.

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Pubblicato il
23 apr 2002
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