Wales: Wikipedia è più aperta di prima

Wales: Wikipedia è più aperta di prima

Il fondatore della notissima enciclopedia collaborativa se la prende con il New York Times: l'intervista che ha pubblicato nei giorni scorsi ha preso fischi per fiaschi su tutta la linea
Il fondatore della notissima enciclopedia collaborativa se la prende con il New York Times: l'intervista che ha pubblicato nei giorni scorsi ha preso fischi per fiaschi su tutta la linea

No, Wikipedia non sta chiudendo il posting per molti suoi contributori né sta attivando policy restrittive, semmai l’esatto contrario. Questo il messaggio che Jim Wales, fondatore della celebre enciclopedia web collaborativa, ha affidato al proprio blog : l’obiettivo è dire le cose come stanno e non come riportate dall’autorevole quotidiano newyorkese.

“Il titolo e il primo paragrafo dell’articolo del NYTimes – spiega Wales – hanno dato l’impressione che su Wikipedia le voci siano protette o semiprotette mentre in passato chiunque poteva editarle . Questo significa ignorare completamente i fatti che pure ho descritto loro in ogni dettaglio”.

Wales sottolinea come ormai da anni Wikipedia attui una politica di protezione e come la novità sia nella “semi-protezione” degli articoli, “un approccio più leggero e più aperto”. “Anziché ricorrere ad una protezione piena, che vorrebbe dire che nessuno può postare, noi abbiamo ora aumentato l’uso della semi-protezione, che consente agli utenti di continuare ad editare gli articoli”.

L’articolo del NYTimes aveva suscitato un grande scalpore, inducendo anche a nuove dichiarazioni esperti del settore, come Nicholas Carr, secondo cui “Wikipedia sta diventando sempre più un prodotto editoriale, con una sua struttura ben precisa”, la cui natura aperta sta lentamente decadendo. “Dire che si può avere grandi contenuti e grande qualità grazie ad un’armata di scrittori non professionisti che non hanno il controllo sul prodotto finale”, aveva dichiarato Carr, “è una visione distorta della vera natura di Wikipedia”.

Ora Wales rimette le cose in ordine e aggiunge con pungente sarcasmo: “Ho cercato sul sito del New York Times il pulsante Modifica questa pagina per correggere gli errori ma, naturalmente, non c’è”.

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Pubblicato il
22 giu 2006
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