UK, nove anni per un cyber-pedofilo

UK, nove anni per un cyber-pedofilo

Un 21enne di Nottingham, preso per aver organizzato un incontro piccante con una 14enne conosciuta su internet, ha ammesso di essere un pedofilo. Decine le immagini illegali trovate sul suo computer
Un 21enne di Nottingham, preso per aver organizzato un incontro piccante con una 14enne conosciuta su internet, ha ammesso di essere un pedofilo. Decine le immagini illegali trovate sul suo computer

Nottingham – Lee Costi, universitario di 21 anni, è stato arrestato dalle forze di polizia britanniche per aver organizzato un incontro piccante con una ragazzina di appena 14 anni, conosciuta attraverso una chat su Internet. Prima di acconsentire alle proposte indecenti di Costi, la ragazza ha avvertito la madre, che a sua volta ha chiesto aiuto sul sito della Virtual Global Taskforce , un’organizzazione antipedofilia radicata su web.

La richiesta d’aiuto della giovane ragazza è stata determinante: lo studente di Nottingham, una volta arrivato sul luogo dell’appuntamento, al posto della sua preda ha trovato gli agenti di polizia. Il magistrato Jonathan Teare, secondo quanto riferisce la BBC , ha deciso di punire il comportamento di Costi con una pena esemplare : il ragazzo è stato condannato a 9 anni di reclusione .

Durante il processo, il pedofilo ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con bambine di 13 e 14 anni. Tutte le vittime di Costi sono state adescate su Internet: stesso metodo, stesse dinamiche per ogni appuntamento. Il ragazzo incontrava le bambine alla stazione oppure in altri luoghi pubblici, per poi portarle in alberghi e posti appartati.

Dalla ricostruzione fornita dalla stampa inglese sembra che le prede di Costi fossero tutte consenzienti e che tutto si sia svolto senza ricorso alla violenza. Sul computer del condannato sono state trovate una 40ina di immagini pedopornografiche nonché una webcam che il pedofilo ha ammesso di aver utilizzato per compiere “gesti erotici” durante le molte sessioni di chat con le bambine adescate.

Gli inquirenti hanno rinvenuto oltre 350 file di log delle sessioni di chat ed hanno così ricostruito interamente il comportamento di Costi negli ultimi anni. “È impossibile sapere con esattezza quante vittime abbia adescato”, ha detto il responsabile dell’indagine, Jackie Alexander.

Al momento del verdetto, il giudice ha espresso estrema preoccupazione per il futuro delle ragazze con le quali Costi è entrato in contatto: “Anche se mi auguro che le tue vittime abbiano un futuro degno”, ha detto rivolgendosi all’imputato, “sono veramente preoccupato per il domani delle giovani donne che ti hanno incontrato”.

I portavoce della Virtual Global Taskforce, affiliati al network Interpol e partner di MSN , fanno sapere di essere “molto soddisfatti” dell’esito del caso Costi. “Attraverso il nostro sito”, spiega un rappresentante, “riceviamo oltre 300 segnalazioni al giorno e siamo riusciti a consegnare alla giustizia molti maniaci, salvando decine di bambine e bambini”.

Degni di nota sono alcuni casi di studio pubblicati dall’organizzazione, nei quali emerge la natura multicanale delle attività dei pedofili: cellulari, email e messaggistica istantanea sono solo alcuni dei vari strumenti che queste persone utilizzano per adescare vittime.

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Pubblicato il
26 giu 2006
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