Washington (USA) – Attesa da tempo, è arrivata la lista “Special 301” realizzata dal Dipartimento del Commercio statunitense, che elenca i paesi che vengono ufficialmente “scomunicati” dalla potenza nordamericana perché si ritiene che rendano le cose troppo facili per i pirati, in particolare per quelli che utilizzano le nuove tecnologie, internet compresa, per la produzione di musica pirata.
A sostenere con forza la Special 301, lista che può portare all’irrigidimento dei rapporti commerciali tra i paesi che vi sono inseriti e gli Stati Uniti, è naturalmente l’associazione dei discografici statunitensi, la RIAA, in prima linea da lungo tempo nella battaglia contro la pirateria.
Secondo Hilary Rosen, boss della RIAA , gli Stati Uniti si stanno muovendo con determinazione per colpire le centrali internazionali del crimine organizzato e finanziato dalla pirateria musicale.
“La musica ed altri materiali protetti da copyright – ha tuonato Rosen – sono alcune delle esportazioni americane di maggiore importanza, valore e visibilità”. La lista annunciata dal governo, dunque, dimostra la volontà dell’amministrazione “di assicurarsi che i nostri partner commerciali diano seguito ai propri obblighi internazionali nella protezione di questi beni statunitensi di importanza vitale”.
Nella lista, tra i paesi che non contrasterebbero la produzione pirata sono inseriti l’Ucraina, il Brasile, il Paraguay e la Cina. Ma “da seguire”, secondo la RIAA, sono anche Egitto, Libano, Israele, Russia, India, Filippine, Indonesia, Taiwan, Argentina, Uruguay e Colombia.
Come si ricorderà, a suo tempo nella lista era stato proposto anche l’inserimento dell’Italia.