Freedb.org, la fine di un progetto open-source

Freedb.org, la fine di un progetto open-source

Disaccordi tra i programmatori hanno portato allo scioglimento di questo importante progetto di catalogazione discografica, utilizzato da moltissimi strumenti multimediali
Disaccordi tra i programmatori hanno portato allo scioglimento di questo importante progetto di catalogazione discografica, utilizzato da moltissimi strumenti multimediali

Freedb è morto: i programmatori di questo amato progetto open source, un database discografico utilizzato contemporaneamente da ripper e suite di masterizzazione come Nero , hanno litigato e deciso di abbandonare il software. Ciò che resta del programma è adesso nelle mani di un ex-membro del team originale. Una versione alternativa ed incompleta dell’archivio, nato inizialmente come emulo di CDDB, è adesso disponibile su www.freedb2.org .

La notizia arriva da Slashdot , dove i commenti lasciati da molti lettori fanno intuire il fastidio che la fine di Freedb ha provocato alla comunità open source. Alcuni sviluppatori temono che la nuova versione di Freedb, della quale non è ancora disponibile il codice sorgente, non sia più compatibile con i vari software che sfruttavano il precedente database.

Un utente del sito che si dichiara il creatore di Freedb2 lancia comunque un messaggio rassicurante: “Attualmente sono supportati alcuni subset del vecchio protocollo usato da Freedb, quanto basta per eseguire il ripping dei vostri CD” con il riconoscimento automatico dei titoli delle tracce. “Basta indirizzare i vostri strumenti all’indirizzo http://freedb2.org/~cddb/cddb.cgi e tutto dovrebbe funzionare”.

I dettagli del protocollo usato da Freedb si trovano su un sito dedicato e l’autore del nuovo spinoff garantisce: “Verranno implementate altre funzioni che documenterò al più presto”.

L’autore non ha ancora rilasciato nessun codice sorgente e molti sospettano che si tratti di una vera e propria inversione di marcia : il progetto potrebbe essere passato, inavvertitamente, dall’universo open source a quello closed source. “È immorale”, dicono molti: c’è da ricordare che il primo Freedb è nato sotto licenza GPL .

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Pubblicato il 5 lug 2006
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