P2P, il Partito dei Pirati si diffonde

P2P, il Partito dei Pirati si diffonde

L'iniziativa svedese produce emuli in diversi paesi, persino negli Stati Uniti. Si stanno mobilitando anche gli utenti italiani. Obiettivo: abolizione dell'attuale diritto d'autore e legittimazione dell'uso personale del P2P
L'iniziativa svedese produce emuli in diversi paesi, persino negli Stati Uniti. Si stanno mobilitando anche gli utenti italiani. Obiettivo: abolizione dell'attuale diritto d'autore e legittimazione dell'uso personale del P2P

Il Partito dei Pirati svedese è ormai un dato di fatto della vita politica svedese e le potenzialità che sembra esprimere con la visione di un “nuovo diritto d’autore” stanno rapidamente facendo proseliti nel mondo.

“Le Parti Pirate”, questo il nome del movimento francese, dispone già di un proprio sito Internet , che nasce esplicitamente sulla scorta di quello svedese e che nel suo programma chiede “l’abolizione dell’insieme di leggi che definiscono la proprietà intellettuale su suolo francese”.

L’obiettivo del partito francese è creare una nuova cultura e sensibilizzazione tra gli utenti francesi contro quella che viene definita la “confisca del territorio della internet francese” da parte di pochi e potenti gruppi di parte, un riferimento evidente alle lobby delle grandi corporation dell’intrattenimento.

Inoltre, si legge nel proclama di lancio del movimento, “il Partito chiede la legalizzazione delle reti P2P per usi non commerciali come una conseguenza naturale della soppressione del diritto d’autore”.

Sono sei le riforme chieste dal Partito francese:
– Libertà illimitata e completa di espressione
– Terminazione del diritto d’autore così come oggi è definito
– Diritto di navigazione anonima su Internet
– Legalizzazione delle reti P2P quando non usate a scopo di profitto
– Soppressione di qualsiasi tassa su hardware e supporti vergini
– Accesso gratuito ad Internet per tutti.

Che il Partito svedese stia avendo una profonda influenza sugli utenti che in molti paesi da lungo tempo chiedono una drastica revisione nell’approccio alle libertà digitali, è evidente dalle ulteriori filiazioni che va producendo. Ad esempio negli USA , dove di recente è nato il Pirate Party of the US nato, non casualmente, subito dopo l’offensiva delle autorità contro il celeberrimo sito svedese The Pirate Bay .

Il sito del Partito americano ha pubblicato il 4 luglio anche una dichiarazione di indipendenza dalle pressioni delle major dell’audiovisivo, con un espresso richiamo alla celebrazione per l’anniversario della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti dal Regno Unito nel 1776. E il suo “manifesto”, esplicito come quello svedese e francese, chiede di:

– Abolire gran parte delle leggi sul diritto d’autore approvate fin dal 1790, anno del Copyright act
– Stabilire un termine massimo di 14 anni dalla creazione per la validità del diritto d’autore sulle opere
– Rendere retroattivo questo provvedimento in modo che sia esteso a tutte le opere del passato
– Dare garanzia legale per le licenze copyleft, percepite come uno strumento di diffusione delle opere che consente all’autore di mantenerne la paternità
– Legalizzare la diffusione di opere se non vi sono intenti commerciali
– Trasformare la cultura del copyright, affinché da un atteggiamento di “cautela creativa” si passi ad un vero “incoraggiamento” delle opere creative.

In Italia da qualche settimana è operativo PiratPartiet.it , sito che nel nome stesso fa riferimento al Partito svedese e che si propone come una sorta di “collettore web” di informazioni e link utili sul fronte del diritto d’autore e delle libertà digitali.

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Pubblicato il
6 lug 2006
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