Wales, da Wikipedia a Wikipolitica

Wales, da Wikipedia a Wikipolitica

Il creatore della celebre enciclopedia lancia un nuovo ambiente dove discutere dei temi politici più caldi. L'obiettivo è creare una comunità di dibattito alternativo a quello dei media tradizionali
Il creatore della celebre enciclopedia lancia un nuovo ambiente dove discutere dei temi politici più caldi. L'obiettivo è creare una comunità di dibattito alternativo a quello dei media tradizionali

New York (USA) – Jim Wales , creatore dell’enciclopedia libera Wikipedia , ha annunciato un nuovo progetto di piattaforma collaborativa per coinvolgere l’elettorato statunitense e convogliarne idee, opinioni e commenti in un unico contenitore: Campaigns Wikia .

“Ok, è un’idea folle”, ha dichiarato lo stesso Wales, “ma per più di 50 anni siamo vissuti nell’era della videopolitica, della televisione, del broadcasting : ora è il momento di far parlare la gente”.

Il progetto è estremamente ambizioso e sta soltanto muovendo i primi passi. Wales ha aperto una mailing list dedicata all’iniziativa e come primo passo vorrebbe “aggregare pensieri e parole, per confrontarsi ed insegnarci a vicenda come riuscire a fare comunicazione politica”. In pratica, attraverso la dialettica di Wikipedia , l’obiettivo di Campaigns Wikia sarà di fornire informazioni più neutre possibili sui temi politici più attuali: politica internazionale, processi di riforma sociale, economia.

“Lo dico chiaro e tondo: non ho idea di come rendere la politica meno corrotta, più sana”, ha detto Wales in un comunicato ufficiale rivolgendosi agli utenti della Rete, “ma sono sicuro che voi tutti sapete come fare”. “Se riusciamo a trascinare tutte le parti dello spettro politico all’interno del progetto”, ha aggiunto, “riusciremo ad usare la piattaforma Wiki per discutere, organizzare e sviluppare attivismo politico”.

La convinzione alla base di Wikia è che attraverso il dialogo pluralistico e l’inclusione delle masse nel trattare temi politici delicati, particolarmente manipolabili da quelli che gli scienziati della comunicazione chiamano “monopoli informativi”, sarà possibile purificare la politica e sanare la frattura tra base e vertice del potere.

Un vero e proprio sistema aperto: un’utopia? Forse, ma non bisogna sottovalutare la contingenza: “C’è da ricordare che durante le ultime elezioni presidenziali americane”, ha concluso Wales nella sua lettera aperta datata simbolicamente 4 Luglio, “blogger e creatori di siti web sono stati accolti dai seminari e dai congressi di partito come membri della stampa a tutti gli effetti”. Se questo processo d’inclusione dei privati cittadini nella politica mediatizzata riuscisse ad essere aggregato, accessibile ed automoderante, Wales è convinto di riuscire nei suoi intenti.

Howard Rheingold, esperto di tecnologie ed autore del libro ” Smart Mobs ” sulla “rivoluzione sociale” innescata da Internet, è convinto che l’iniziativa sia estremamente positiva. “Ammiro Wales e la sua fiducia nelle risorse degli altri, il suo pensare in grande”, ha scritto Rheingold sul proprio blog, “perché c’è bisogno di fare qualcosa per redimere la corrotta politica statunitense”. Un sistema del genere potrebbe essere utile anche in Italia? Sicuramente qualcuno potrà dire di sì.

Wikipedia, l’altro progetto di Wales, si è rivelato un successo globale.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
7 lug 2006
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