AMD: la tecnologia non convince più

AMD: la tecnologia non convince più

AMD solleva il problema della discrepanza fra l?innovazione tecnologica, sempre più frenetica, e la lenta adozione della tecnologia da parte dell?utente. Un treno che corre senza fermarsi alle stazioni?
AMD solleva il problema della discrepanza fra l?innovazione tecnologica, sempre più frenetica, e la lenta adozione della tecnologia da parte dell?utente. Un treno che corre senza fermarsi alle stazioni?


Sunnyvale (USA) – La tecnologia, com’è noto, evolve ad un passo frenetico, quasi febbrile, e la sua “inaferrabilità” genera spesso negli utenti finali un senso di frustrazione. Ma il fatto che la tecnologia sembri correre sempre troppo veloce rispetto alle esigenze dei consumatori potrebbe essere causato non soltanto dalla sua intrinseca natura di instancabile podista, ma anche dall’inadeguatezza con cui questa viene proposta agli utenti, spesso incapaci di comprenderla e di usufruirne.

E’ questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui è arrivato il Global Consumer Advisory (GCAB) di AMD, un organismo che, in una recente riunione inaugurale, ha tentato di identificare e cercare di risolvere la crescente discrepanza che esiste oggi fra l?innovazione tecnologica e l?adozione della stessa da parte degli utenti finali.

I membri del GCAB – 14 esperti di consumatori e small business, accademici, giornalisti e futurologi della tecnologia provenienti da tutto il mondo – hanno identificato cinque punti chiave che influenzano l?utilizzo della tecnologia da parte degli utenti consumer e small business: semplicità, rilevanza, fiducia, approccio globale e costi.

?La tecnologia si muove in modo talmente rapido che, se non prendiamo provvedimenti, molti utenti finali e piccole aziende si troveranno ad avere un forte svantaggio?, ha affermato Pat Moorhead, AMD?s vice presidente della Customer Advocacy e chairman del GCAB. ?Affrontando alcuni di questi punti attraverso il lavoro collettivo, il GCAB pianifica di sviluppare soluzioni che beneficino il settore e gli utenti in tutto il mondo?.

Il GCAB sostiene di aver identificato nella semplicità un fattore importante nella diffusione della tecnologia. I problemi comuni che ostacolano la semplicità comprenderebbero l?utilizzo di nomi e di modi di dire poco chiari, come anche l’inadeguata fase di “training di supporto e formazione” all?utente finale. Molti consumatori, secondo l’organismo di esperti, sarebbero infatti “spesso confusi di fronte alle decisioni d’acquisto e d’installazione”.

?Le aziende che forniscono tecnologia devono semplificare la loro comunicazione?, ha affermato Bernd Skiera, docente di Electronic Commerce alla School of Business and Economics della Johann Wolfgang Goethe-University in Germania. ?I consumatori non capiscono il linguaggio tecnologico che spesso è usato per chiamare e descrivere i prodotti. I consumatori capirebbero meglio la tecnologia se ai prodotti fosse dato un nome per i loro benefici e non per le caratteristiche tecniche?.

Una filosofia, questa, che AMD sembra aver già adottato con l’introduzione, lo scorso anno, del cosiddetto model number , un numero che identifica le sue CPU non più in base ai crudi megahertz ma ad un valore prestazionale di riferimento. Una scelta che non ha però mancato di accendere discussioni, anche fra i consumatori, sulla validità del metodo utilizzato per determinare i parametri comparativi che si celano dietro al numero di modello. Di recente Intel, che continua a rimanere fedele ai megahertz – suo attuale punto di forza – si è scagliata contro il model number di AMD definendolo “confusionario e ingannevole”.

Il GCAB ha poi identificato altri quattro punti che, a suo dire, rivestono un ruolo di fondamentale importanza nella diffusione della tecnologia.


Come secondo punto, il GCAB ritiene che molti utenti finali non comprenderebbero perché alcune tecnologie siano necessarie o rilevanti. Di conseguenza, molte persone non sarebbero motivate ad investire tempo nell?apprendimento dell?uso di tali tecnologie.

?Dobbiamo capire cosa spinge la gente ad utilizzare la tecnologia?, ha affermato Enrico Mercanti, consulente di gestione a Milano. ?Persone diverse, culture differenti, popolazioni eterogenee, utilizzano e traggono benefici differenti dalla tecnologia?.

Come terzo punto, il GCAB ha sollevato il problema della fiducia. Gli esperti sostengono infatti che “una sfida importante che i fornitori di tecnologia devono affrontare è quella di riuscire ad ottenere e mantenere la fiducia degli utenti finali e rispondere alle loro aspettative”. Molti utenti – secondo il GCAB – sarebbero ad esempio ancora diffidenti sulla questione della privacy e della sicurezza in Internet.

Come quarto punto, il GCAB sostiene che l?industria debba avere un approccio globale e complessivo nello sviluppo delle nuove tecnologie. Il far sì che i prodotti siano progettati con le relative infrastrutture offre, secondo il GCAB, una migliore esperienza all?utente finale.

?L?insieme delle risorse e delle infrastrutture deve essere disponibile, in modo tale che se ne percepiscano i benefici?, ha affermato Carlos Scheel, professore del Monterrey Institute of Technology. ?Molti paesi in via di sviluppo non dispongono delle infrastrutture per supportare l?accesso alla banda larga, quindi non ritengono rilevante possedere un computer?.

Infine, il gruppo ritiene che a livello mondiale il fattore socio-economico sia fondamentale nell?adozione della tecnologia. Il gruppo ha infatti osservato che in molte regioni del mondo, nonostante i costi della tecnologia siano scesi, gli utenti finali continuano a non potersi permettere tali investimenti.

E’ questo l’annoso problema del digital divide visto dalla prospettiva dell’industria: accanto al problema etico, il mondo industriale avverte infatti, nella disparità dello sviluppo socio-economico fra paesi ricchi e paesi poveri, anche e soprattutto un problema di mercato. Gli investimenti nella tecnologia crescono sempre più e l’unico modo, per le grosse aziende, di avere un adeguato ritorno economico è quello di riuscire a rivolgersi ad un mercato quanto più globale possibile: ma il maggior nemico della globalizzazione (oltre al “popolo di Seattle”) è costituito proprio dall’impossibilità “a consumare tecnologia” da parte delle zone povere del pianeta.

Il GCAB, che fa parte della Customer Advocacy Initiative (CAI) di AMD, si riunisce quattro volte l’anno con lo scopo di identificare le necessità tecnologiche degli utenti finali, home o business, e di fare in modo che AMD rispetti tali necessità. Il GCAB, raggiungibile all’e-mail gcab@amd.com , prevede di continuare a studiare e a ricercare soluzioni a questi punti chiave anche in base al feedback di utenti e piccole imprese.

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Pubblicato il
9 mag 2002
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