eBay.it rincara le tariffe, scatta la protesta

eBay.it rincara le tariffe, scatta la protesta

Gli utenti dei servizi del portalone dell'e-commerce non sembrano disponibili ad accettare l'aumento delle tariffe che, dicono, in alcuni casi arriva al 500 per cento. Non tutti i servizi aumentano
Gli utenti dei servizi del portalone dell'e-commerce non sembrano disponibili ad accettare l'aumento delle tariffe che, dicono, in alcuni casi arriva al 500 per cento. Non tutti i servizi aumentano

Con una mail inviata ieri pomeriggio ai suoi iscritti, ebay.it ha annunciato un innalzamento di alcune delle tariffe applicate sui propri servizi di aste online, una notizia che ha immediatamente sollevato polemiche e portato all’attivazione di una petizione web.

Dal 22 agosto, spiega eBay nel messaggio, saranno applicate le nuove tariffe di inserzione e commissioni sul valore finale di vendita. Le novità sono tutte elencate in una pagina dedicata che dettaglia il prezzo attuale e quello in vigore da domani.

Alcuni degli aumenti, in particolare quelli per chi fa un uso intensivo di eBay, vuoi perché vende tramite eBay molti prodotti, vuoi perché dispone di un proprio negozio su eBay, sono piuttosto consistenti. L’iscrizione al “Negozio Plus”, ad esempio, passa dagli attuali 14,95 euro al mese ai 24,95.

Sebbene non tutti i servizi vengano interessati dai rincari, secondo i molti utenti che già hanno scritto a Punto Informatico sulla questione si tratta di valori insostenibili. “Il problema – scrive Emanuele B. – è che tali aumenti, che rendono di fatto antieconomiche gran parte delle aste online, sono stati decisi unilateralmente, a parità di servizi offerti. Moltissimi utenti hanno chiuso o stanno chiudendo il proprio negozio eBay. altri lo faranno a breve”.

“Le ragioni per cui è iniziata questa protesta – sottolinea invece C.B. – sono molteplici, tutte spinte dall’esasperazione dei venditori professionali e non, che da anni soccombono agli interessi di una major che sta sfruttando il territorio italiano per consentire la vendita sottoforma di asta, rendendo la comunità insicura e piena di aste illegali”.

Nella petizione si parla di un aumento del 500 per cento su alcuni servizi. “In altri paesi – si afferma poi – le tariffe sono molto ma molto più basse”.

La protesta in queste ore ha dato vita anche ad un blog dedicato e ad un sito informativo .

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Pubblicato il
21 lug 2006
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