Agcom scatenata: cambiamo tutto nelle TLC

Agcom scatenata: cambiamo tutto nelle TLC

Dalla Relazione dell'Autorità una brusca accelerazione: separazione amministrativa tra reti e servizi in Telecom, via agli operatori virtuali, giù i costi delle ricariche, sì a Wi-Max, banda larga e altro ancora. I nodi chiave
Dalla Relazione dell'Autorità una brusca accelerazione: separazione amministrativa tra reti e servizi in Telecom, via agli operatori virtuali, giù i costi delle ricariche, sì a Wi-Max, banda larga e altro ancora. I nodi chiave

Roma – È necessario che le TLC italiane intraprendano un cammino evolutivo, secondo l’ Autorità Garante delle Comunicazioni , che nella Relazione Annuale esposta ieri ha mostrato una “fotografia” della situazione attuale, dentro e fuori i confini della Penisola.

“Occorre fare un passo avanti sulla strada della separazione tra servizi regolati e non regolati, agendo sulla funzione di governance e di controllo indipendente”. Sono le parole con cui il presidente dell’Authority, Corrado Calabrò, rivolge un monito a Telecom Italia , ex monopolista, di cui “risulta confermata la posizione dominante (…) nei mercati delle reti fisse”. La separazione richiesta non andrebbe a toccare la configurazione societaria, bensì quella amministrativa . “L’esperienza internazionale mostra che questo percorso è più efficace quando l’operatore stesso prende impegni vincolanti – evidenzia Calabrò – Chiedo perciò a Telecom Italia di dare la sua disponibilità in tal senso”.

L’Authority è convinta che il compimento di questa suddivisione, Telecom reti da una parte e Telecom servizi dall’altra, possa portare in breve tempo ad una maggiore trasparenza , che “varrà sicuramente a togliere asprezza al contenzioso ingeneratosi, hic et inde, tra l’operatore dominante e gli operatori alternativi”.

Anche il settore della telefonia mobile, a cui l’Agcom ha riconosciuto in più occasioni un maggior equilibrio di mercato, mostra interessanti margini di miglioramento: “Nella telefonia mobile – dichiara Calabrò – l’introduzione di forme di competizione basate sui servizi, ossia l’avvento dei cosiddetti operatori virtuali , può accelerare la discesa dei prezzi finali. Qualora nei prossimi mesi non si dovessero registrare significativi avanzamenti al riguardo, l’Autorità prenderà in considerazione misure regolamentari”.

Dall’analisi del mercato rilevante, ciascun operatore è stato considerato in posizione di monopolio per le chiamate terminate sulla sua rete. “Pertanto – spiega l’Authority – è stato imposto un sistema triennale di controllo dei prezzi di terminazione che tiene conto però delle differenze fra i vari operatori”. Nel periodo settembre 2005 – luglio 2008, TIM e Vodafone ridurranno progressivamente le tariffe di terminazione sulla propria rete (ossia i costi delle chiamate ai cellulari) del 13% all’anno (da 12,1 a 8,9 centesimi di euro); Wind del 16% all’anno (da 14,35 a 9,5).

Non finiscono qui le iniziative regolatorie di cui l’Agcom ha descritto finalità e obiettivi, tra cui l’avvio (in collaborazione con l’ Antitrust ) di “un’analisi dei costi della ricarica dei servizi di telefonia mobile, risentiti particolarmente dai giovani”. L’Autorità, inoltre, a conferma di un intento dichiarato alcuni giorni fa , ha promesso che “ridurrà i costi delle chiamate dai cellulari ai servizi di informazione abbonati, che appaiono decisamente più alti della media europea”.

Significativi i benefici economici che Agcom stima in conseguenza delle iniziative e dei provvedimenti regolatori introdotti nei settori fisso e mobile: “la riduzione dei ricavi per gli operatori mobili sarà, nel prossimo triennio, di circa 1,8 miliardi di euro”. Le stime favorevoli si basano sui risultati finora conseguiti: secondo l’Autorità, le tendenze tariffarie seguono un processo virtuoso : “Nel 2005 i prezzi dei servizi di telefonia sono diminuiti dello 0,6% a fronte di un aumento dell’inflazione dell’1,9%”. Complessivamente, tra il 1998 e il 2005, i prezzi al pubblico dei servizi di telefonia sono calati del 15%, contro un aumento dell’indice generale dei prezzi al consumo che mediamente si attesta sul 17%.

Calabrò ha evidenziato la crescita registrata nella diffusione della banda larga in Italia (+ 187% in due anni) e che “i prezzi di accesso alla banda larga, per effetto degli interventi dell’Autorità, sono scesi mediamente in sei mesi del 50%, ma possono diminuire ancora”. E ha annunciato ‘introduzione di una carta dei servizi per regolare la qualità dei collegamenti ad Internet .

Il viaggio nella banda larga non è certo tutto rose e fiori e Agcom lo sa: la diffusione dell’ADSL “raggiunge l’80% della popolazione, ma – osserva l’Autorità – con gravi squilibri territoriali”. Inoltre, viene ritenuto “inaccettabile il ritardo nella diffusione della tecnologia radio di accesso a banda larga denominata Wi-Max, dipendente essenzialmente dal continuo differimento nella messa a disposizione della relativa banda di frequenza da parte dell’attuale detentore (il Ministero della Difesa, ndr)”. Ma si confida che “il Governo, assecondando l’impegno del ministro Gentiloni, sblocchi finalmente questa situazione, consentendo l’assegnazione delle frequenze per il Wi-Max”. Tutti soddisfatti? Non sembra: secondo i consumatori di ADUC , Agcom dovrebbe esprimere più incisività, soprattutto nei confronti di Telecom Italia, in quanto riconosciuto come operatore dominante: l’associazione lamenta la mancanza di impegni precisi nella relazione dell’Autorità: “Appelli a Telecom Italia tanti, ma è come se si chiedesse al dittatore di non essere più tale – commenta ADUC in una nota – con l’aggravante che il tutto avviene in un ambito che viene chiamato libero mercato”.

“Il presupposto fondamentale di un libero mercato – prosegue la nota firmata dal presidente Vincenzo Donvito – è l’eliminazione di tutte le sacche di privilegio che si sono create nel regime di monopolio. Ma questo non avviene, grazie all’affidamento della gestione dell’ultimo miglio al principale concorrente degli altri gestori, ex-gestore del monopolio. I risultati sono quelli della quotidianità di tutti gli utenti di telefonia fissa: un massacro di norme e contratti, con il condimento di arroganza e veri e propri furti”.

Allineato a quello di ADUC è il giudizio del Movimento Difesa del Cittadino , secondo cui la dichiarata riduzione dei costi delle tariffe telefoniche è un vero e proprio specchietto per le allodole: “Purtroppo diminuiscono i costi del traffico, ma restano troppo elevati altri balzelli come: il canone di abbonamento, il costo di spedizione delle bollette per quanto riguarda la telefonia fissa, lo scatto alla risposta, il costo delle ricariche e degli SMS nella telefonia mobile prepagata”. Inoltre, incalza MDC, “le fasce più deboli, come anziani e disabili, continuano a essere del tutto ignorate: l’Autorità non ha ancora imposto alle compagnie (o almeno all’operatore dominante) contratti sociali adeguati a queste categorie. “Quanto alla posizione dominante di Telecom è paradossale che l’Autorità da un lato denunci questa situazione del mercato e dall’altro vada a peggiorare i livelli di qualità del cosiddetto servizio universale garantito da Telecom Italia con una delibera che ha rafforzato ai danni degli utenti il colosso della telefonia fissa”.

Francesco Luongo, responsabile del Dipartimento TLC del Movimento, non risparmia nemmeno il tema della mobile number portability: “Siamo ancora lontani da un’effettiva libertà dell’utente di cambiare compagnia, a causa dei tempi tecnici ancora necessari per il passaggio da un operatore all’altro. Ormai ? denuncia Luongo ? per cambiare compagnia nell’arco di pochi giorni c’è bisogno della raccomandazione: sono tanti i consumatori che infatti si rivolgono alla nostra associazione affinché faccia da mediatrice affrettando il passaggio della pratica”.

“Sacrosanto”, per il deputato dell’Ulivo Franco Grillini, è invece il richiamo del presidente Calabrò in relazione ai ritardi sul Wi-Max: “È evidente che il WiMax rappresenta una grandissima occasione di sviluppo per tutto il paese, rendendo omogeneo nelle sue opportunità di connessione wireless alla banda larga. È incomprensibile pertanto la resistenza del Ministero della Difesa alla cessione delle frequenze scarsamente usate o non utilizzate del tutto”.

Proprio in seguito a queste tempistiche diluite, l’onorevole Grillini e il senatore Francesco Cossiga si sono resi (rispettivamente per Camera e Senato) primi firmatari di un’ interrogazione parlamentare finalizzata ad evidenziare i vantaggi della tecnologia WiMax e allo sblocco della situazione.

Soddisfazione per la Relazione l’ha invece espressa il ministro Paolo Gentiloni , che sottolinea la convergenza su tutta la linea di Authority TLC e Governo.

Dario Bonacina

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Pubblicato il 21 lug 2006
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