Fai Notizia, giornalismo 2.0 all'italiana

Fai Notizia, giornalismo 2.0 all'italiana

Radio Radicale lancia un servizio di giornalismo collaborativo per gli utenti Internet del Belpaese. Si ispira a Newsvine.com, usa software open source ed offre contenuti sotto licenza Creative Commons
Radio Radicale lancia un servizio di giornalismo collaborativo per gli utenti Internet del Belpaese. Si ispira a Newsvine.com, usa software open source ed offre contenuti sotto licenza Creative Commons

Radio Radicale punta sul concetto di giornalismo partecipativo e lancia l’iniziativa Fai Notizia , un portale in stile Web 2.0 che mira a diventare un punto di riferimento nell’Internet italiana. Diego Galli, responsabile del progetto, ha dichiarato a Punto Informatico che Fai Notizia s’ispira direttamente a Newsvine.com , un aggregatore di contenuti prodotti da cosiddetti ” reporter diffusi “, sparsi per il pianeta.

Fai Notizia cavalca l’onda del fenomeno partecipativo , seguendo l’ideale della rivoluzione informativa innescata da Internet: “La chiave di questa rivoluzione è la capacità della Rete di consentire la partecipazione attiva delle persone che eravamo abituati a indicare con la parola audience “, riferiscono a Punto Informatico i portavoce di Radio Radicale.

Il background teorico dell’iniziativa è contenuto in un articolo di Galli apparso su una rivista specialistica, pubblicata dalla casa editrice Il Mulino . Per Radio Radicale, nata nel 1976 su iniziativa del Partito Radicale , non si tratta del primo tentativo di rinnovamento del panorama giornalistico italiano. L’azienda, che gode di finanziamenti pubblici come servizio informativo d’utilità pubblica, segue da tempo una linea d’ apertura nei confronti degli ascoltatori, mirando al loro coinvolgimento.

“Gli utenti potranno segnalare e scrivere articoli attraverso l’interfaccia del sito”, ha spiegato Galli. In modo simile a Digg oppure Netscape , recentemente rinnovato , gli utenti potranno votare le notizie e garantire maggiore visibilità ai temi più graditi dal complesso dei visitatori. In aggiunta al sistema dei voti, realizzato insieme a Renomo , Fai Notizia sfrutterà un complesso sistema di algoritmi per decretare l’importanza delle notizie segnalate dagli utenti.

“Prevediamo l’impiego di un sistema di ranking per i singoli partecipanti”, ha detto Galli, “basato su un concetto simile a quello del trackback : più una notizia sarà citata da terzi, che la pubblicheranno o la collegheranno sui loro siti, maggiore sarà la visibilità dell’autore e dell’articolo”. Le segnalazioni avranno visibilità maggiore se inoltre saranno ricche di commenti . Lo staff di Radio Radicale, in ultima istanza, vigilerà sulla natura dei contenuti e ne garantirà il livello di qualità.

Fai Notizia e Wikipedia , nota enciclopedia partecipativa online, godranno di un rapporto del tutto speciale. “Faremo in modo da spingere gli utenti alla realizzazione di pagine Wikipedia in corrispondenza ad ogni argomento trattato”, ha anticipato il responsabile di Radio Radicale, “e prevediamo d’utilizzare link verso articoli dell’enciclopedia per qualsiasi concetto o definizione contenuto all’interno delle notizie pubblicate”.

Il servizio è ancora in fase di sperimentazione e la versione beta di Fai Notizia richiede la registrazione degli utenti. L’intero portale utilizza software libero e si basa su Drupal , un sistema CMS assai diffuso tra i blogger. “Tutte le tecnologie utilizzate in Fai Notizia sono assolutamente open source”, ha detto il coordinatore del progetto.

La nascita del portale di Radio Radicale, in definitiva, è una buonissima notizia per il mondo dei servizi Web 2.0 italiani. Secondo la recente lista stilata dal giornalista Sergio Maistrello , il numero di siti Web 2.0 che offrono possibilità collaborative è ancora piuttosto limitato . La rivoluzione dell’informazione italiana è ancora lontana? Sicuramente. Nel frattempo, quotidiani di primo piano come Repubblica hanno iniziato ad abbracciare innovazioni tecnologiche estere per andare incontro ai lettori, sempre meno audience e sempre più coprotagonisti del dibattito pubblico.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
28 lug 2006
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