Una legge potrebbe impiccare l'open source

Una legge potrebbe impiccare l'open source

Una proposta di legge potrebbe introdurre maggiori garanzie per gli acquirenti di software e maggiori responsabilità per i produttori. Ma un avvocato avverte: questa legge ucciderebbe l'open source
Una proposta di legge potrebbe introdurre maggiori garanzie per gli acquirenti di software e maggiori responsabilità per i produttori. Ma un avvocato avverte: questa legge ucciderebbe l'open source


Roma – Di recente un gruppo di esperti della National Academy of Sciences di Washington ha proposto l’introduzione di una nuova legge che, come già succede per molti altri settori industriali (ad esempio quello delle automobili), obblighi i produttori di software ad assumersi maggiori responsabilità riguardo ai difetti contenuti nei loro prodotti.

Oggi i produttori di software riescono ad evadere ogni responsabilità sulla qualità e la sicurezza dei propri prodotti attraverso licenze che danno all’utente il diritto di utilizzo del software (ma non la sua proprietà) privandolo, di fatto, di ogni garanzia: queste licenze in genere contengono una lunga lista di disclaimer con cui il produttore si mette al riparo da eventuali danni causati agli acquirenti da difetti contenuti nel proprio software.

Alcuni vedono in questa proposta di legge un ottimo mezzo per spingere i produttori di software a migliorare la qualità dei propri prodotti e accrescere, in questo modo, la tutela dei consumatori. L’avvocato Mikael Pawlo, in un commento pubblicato su NewForge.com , sostiene tuttavia che questa legge potrebbe rivelarsi catastrofica per tutto il mondo del software, incluso quello open source.

“Un sostenitore dell’open source – scrive Pawlo – si troverà probabilmente subito in accordo con una tal legge. Se Microsoft fosse infatti costretta a rilasciare prodotti garantiti, i suoi costi di produzione salirebbero alle stelle”.

Ma c’è un grosso però: questa legge, secondo l’avvocato, potrebbe sì mettere in seria difficoltà un colosso come il big di Redmond ma, nello stesso tempo, rischierebbe di annientare il modello open source.

Pawlo spiega che sebbene il guru del movimento open source, Eric S. Raymond, nel suo celebre libro-manifesto ” The Cathedral and the Bazaar ” sostenga che i modelli di sviluppo aperti portino alla creazione di prodotti più affidabili rispetto ai modelli tradizionali, “questa legge potrebbe, come effetto collaterale, uccidere totalmente e permanentemente tutto lo sviluppo Open Source e Free Software”.

“Una parte davvero importante della GNU General Public License – continua Pawlo – è la clausola riguardante il limite alla responsabilità. Secondo le clausole 11 e 12 della GNU GPL, il programma per computer è distribuito così com’è senza nessuna garanzia, a meno di quanto diversamente previsto dalla legge. I tribunali potrebbero non riconoscere questi limiti alla responsabilità se venisse introdotta una legge che prevedesse precise responsabilità per gravi errori contenuti nei programmi per computer”.

Di conseguenza, conclude Pawlo, una tal legge potrebbe costituire un grosso rischio non soltanto per i produttori di software proprietario, ma anche per tutti gli sviluppatori open source: sarebbe infatti difficile immaginare quale programmatore sarebbe ancora incoraggiato a sviluppare prodotti open source se dovesse rispondere davanti alla legge per ogni bug contenuto nel proprio codice.

Se questa legge venisse approvata “la prossima versione di Linux – commenta Pawlo – probabilmente non verrebbe mai rilasciata”.

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Pubblicato il
14 mag 2002
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