Ma così NetFraternity sbaglia

Ma così NetFraternity sbaglia

Sono molte le lettere giunte in redazione in questi giorni che si scagliano contro l'azienda. Molte quelle giunte ieri, dopo la pubblicazione di un articolo di PI. Tra queste, ecco un resoconto dell'esperienza di un utente di NF
Sono molte le lettere giunte in redazione in questi giorni che si scagliano contro l'azienda. Molte quelle giunte ieri, dopo la pubblicazione di un articolo di PI. Tra queste, ecco un resoconto dell'esperienza di un utente di NF


Web – Gentile redazione, mi scuso anticipatamente per il mio sfogo e per la lunghezza della mia lettera ma, essendo un vostro assiduo lettore, mi “auto-attribuisco” il diritto di disturbarvi. Mi riferisco alla vicenda dei rimborsi di Netfraternity.

In data 16/01/2001, avendo ampiamente superato il credito di 75 euro previsto, ho riempito l’apposito form per ottenere il rimborso. In data 31/01/2001 ho ricevuto la lettera di cui avete già parlato che mi informava dell’impossibilità di ricevere il rimborso, sostenendo che NetFraternity si riserva quindi, di terminare immediatamente la fornitura del servizio, a sua totale e indiscutibile discrezione, qualora venisse rilevato un tentativo di abuso nei suoi confronti.

Questa è stata la mia risposta:
Gentile staff,
ho ricevuto la vostra lettera che mi comunica la presunta violazione, da parte mia, del punto 17 del contratto (limitazioni del servizio). Sono rimasto abbastanza sconcertato: rileggendo il suddetto punto 17, posso affermare, CON SICUREZZA, di non aver violato nessuno dei vincoli in esso citati; personalmente utilizzo la barra di Netspot in ambiente domestico, ho un unico account e non ho MAI usato nessuno dei software ‘proibitì (dei quali, peraltro non conoscevo nemmeno l’esistenza).

Credendo nella vostra “buona fede” non posso quindi che segnalarvi che il vostro sistema di rilevazione di tentativi di frode ha clamorosamente sbagliato. Spero che una vostra ulteriore verifica possa chiarire l’equivoco.
Non mi aspetto, da parte vostra, il rimborso dei crediti da me accumulati, ma almeno una lettera di rettifica e di SCUSE: non consento a nessuno impunemente di darmi del disonesto. Vi chiedo, comunque, ai sensi dell’articolo 13 della legge n.675/96 sulla tutela dei dati personali, la immediata cancellazione di tutti i miei dati dal vostro database.

Naturalmente non ho ricevuto nessuna risposta. Ho inviato quindi una seconda lettera in data 02/02/2001.


Gentile staff, è la seconda volta che vi scrivo, spero non invano.
Riguardo a quanto da voi contestatomi, ribadisco, ancora un volta, di essere ASSOLUTAMENTE CERTO di non essere incorso in nessuna violazione delle limitazioni imposte dal punto 17 del contratto.

Presumendo l’esistenza di un grossolano errore commesso dal sistema di rilevamento delle violazioni contrattuali presente nella barra di NetSpot, vi chiedo, cortesemente, di ammettere la possibilità di tale errore. Ribadisco di non essere interessato tanto al rimborso degli oltre 85 Euro di cui sono vostro creditore (la vostra “totale e indiscutibile discrezione” mi lascia, in effetti, poche speranze); ci tengo molto, invece, a non passare per quel disonesto che non sono. Il danno si può anche sopportare, ma la beffa, sinceramente, no!
Pretendo, pertanto, una vostra lettera di SCUSE, e l’ammissione, da parte vostra, del fatto che POSSA esservi stato un errore.

Peraltro gradirei conoscere, con precisione, quale dei commi del punto 17 avrei violato: ritengo sia un mio diritto! La vostra lettera, in proposito, è stata troppo generica. Gradirei, infine, sapere se abbiate già provveduto alla cancellazione (da me già richiestavi nella lettera precedente) di tutti i miei dati dal vostro database, secondo le disposizioni dell’articolo 13 della legge n. 675/96 sulla tutela dei dati personali.

Mi auguro sinceramente che questa mia abbia SOLLECITAMENTE una risposta da parte vostra; in caso contrario, mi attiverò con tutti i canali che la Legge mette a mia disposizione per la tutela della mia immagine.


Ci tengo a sottolineare che, come riportato nelle mie lettere, sono ASSOLUTAMENTE sicuro di non aver in alcun modo violato il suddetto punto 17. Peraltro non mi hanno nemmeno saputo contestare quale comma del detto articolo avrei violato: si nascondono dietro un’imprecisata violazione. Forse, pensando che la maggior parte dei loro utenti siano dei disonesti (deformazione professionale?), vanno a tentoni, sperando di cogliere nel segno; ma nel mio caso non ci hanno azzeccato.

Naturalmente non sono così ingenuo da credere alla loro buona fede; tuttavia non mi va di scendere a quel livello. Volevo puntualizzare alcuni aspetti della vicenda che, secondo me, serviranno a mettere in evidenza chi è il vero disonesto nella vicenda in questione:

1) inizialmente il credito previsto per il rimborso era di 100.000 lire: successivamente, quando avevo quasi raggiunto detto importo, il limite è stato innalzato a 75 euro senza che mi giungesse alcuna comunicazione da parte di NF (l’ho scoperto visitando il loro sito);

2) in data 23/12/2000 ho raggiunto i “fatidici” 75 euro: leggo però sul sito di NF che per tutto il periodo delle festività, fino all’8 Gennaio (ma vanno ancora a scuola? In quale ufficio le festività durano 15gg), non è possibile chiedere il rimborso.

3) dall’8 al 15 Gennaio campeggia sul sito di NF il ridicolo avvertimento che fino all’8 (ma siamo al 15!!) niente rimborso.

4) in data 16 Gennaio 2001 riempio, finalmente, con i miei dati, il form per il rimborso; per altri 15gg sul loro sito campeggia l’avvertimento che la mia domanda “è in fase di approvazione e sarà processata non appena possibile”.

5) in data 31/01/2001 ricevo la lettera sopra riportata; ci tengo a sottolineare che nell’arco di 6 mesi di adesione al servizio, questa è la prima ed unica comunicazione via e-mail che si sono degnati di inviarmi.

6) nessuna risposta infine alle mie due lettere, nelle quali – in maniera, credo, civile – chiedo spiegazioni e precisazioni che ritengo sia mio diritto ricevere.


Devo dire che già al momento della mia adesione al servizio ero piuttosto scettico riguardo alla possibilità di ricevere alcun rimborso: tuttavia, anche per curiosità ho provato. Certo non mi straccio le vesti per i quasi 100 euro promessi e mai sborsati da Netfraternity, ma se a questo si aggiunge pure la beffa di sentirsi dare del disonesto, il tutto mi sembra veramente eccessivo da sopportare in silenzio.

Chi deve fare ammenda sono loro: non tanto per le modifiche al contratto (senza nemmeno degnarsi di avvertire gli utenti), la cui possibilità era prevista nel contratto-capestro stesso, ma per la ridicola scusa che hanno tirato fuori alla fine per non sborsare un Euro, a loro “totale e indiscutibile discrezione”.

E poi quella frase ipocrita gettata lì “Restiamo in ogni modo a Sua disposizione”: si nascondono, invece, dietro un colpevole mutismo. Sorprendente, poi, il fatto che il loro “infallibile” sistema di rilevazione dei “furbi” che attentano, con i loro perfidi trabocchetti, a danneggiare l’immacolata immagine di NetFraternity, abbia rilevato l’inganno solo dopo 6 mesi, durante i quali il malcapitato utente ha dovuto sorbirsi la loro inutile pubblicità ed i frequenti crash al sistema che la loro barra, sempre più inopportunamente “appesantita” da inutili orpelli, provocava di continuo.

Si preoccupano che qualche cattivone possa danneggiare “l’immagine di NetFraternity”. Ma quale immagine? Avrebbero fatto miglior figura a scusarsi con gli utenti, confessando che l’esperimento del pay-to-surf è fallito, almeno qui in Italia (ho letto della vicenda Payland su Punto Informatico), e che erano a corto di soldini.

Se è vero che qualcuno è stato rimborsato da NF (cosa di cui francamente dubito), evidentemente sceglieranno a sorte una piccola percentuale di “fortunati” da accontentare, scaricando in malo modo e, per giunta, insultando meschinamente, tutti gli altri utenti.

La mia lettera, oltre che uno sfogo personale di cui mi torno a scusare con voi, vuole essere una testimonianza ed un ammonimento verso gli altri utenti che avessero intenzione di aderire al servizio(?) di NF.

E ‘ troppo facile, per non pagare, sostenere che gli utenti siano dei cheaters; ma dove sono le prove? Non si sono nemmeno degnati di dirmi di quale colpa mi sarei macchiato. E dov’è finito il personale che dovrebbe rispondere ai reclami?
Personalmente, comunque, sono già soddisfatto, per aver potuto comunicare il mio stato d’animo sulla vicenda alla stimata redazione del mio quotidiano informatico preferito.

Ringraziandovi ancora per l’attenzione, vi invio i miei più cordiali saluti.

Fabio Serranò

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Pubblicato il
6 feb 2001
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