Bid.it/ Lettera aperta per il salvataggio

Bid.it/ Lettera aperta per il salvataggio

Dall'azienda di Barletta giunge una lettera aperta con cui gli amministratori sperano di riportare in alto i destini della storica impresa italiana dell'e-commerce
Dall'azienda di Barletta giunge una lettera aperta con cui gli amministratori sperano di riportare in alto i destini della storica impresa italiana dell'e-commerce


Roma – Giunge in redazione e volentieri pubblichiamo:
Lettera aperta al:
Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi
Ministro per l’Innovazione Tecnologica Lucio Stanca
Presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto
Presidente della Banca 121 Lorenzo Gorgoni
Presidente della Banca Popolare di Bari Marco Jacobini
Sindaco di Barletta Francesco Salerno

Egregio Signore,
ho deciso di scrivere questa lettera per lanciare un ultimo ed accorato appello alle forze politiche ed economiche del territorio affinché non permettano la prossima fine di un’impresa ICT, fondata nel lontano 1995, chiara espressione di un importante segnale di sviluppo culturale ed occupazionale del territorio.

Sento di poter parlare come amministratore della società anche a nome dei dipendenti, unici nell’attaccamento alla propria terra ed al proprio lavoro nonostante le sofferenze che hanno sopportato e che continuano a sopportare.

Essi sono una risorsa preziosissima del nostro Sud perché disperatamente attaccati al sogno di realizzare finalmente qualcosa di unico nella propria terra.
Insieme abbiamo lavorato per lunghi anni ed oggi sappiamo di aver contribuito a piantare un ulivo forte e arcigno come tanti ne vediamo nelle nostre aride campagne.

Lei sa quanto sia difficile che riprenda e ricresca un altro ulivo, sa anche quanto sia difficile sradicarlo, ebbene noi ci sentiamo come quell’ulivo che avendo messo radici non vuol’essere sradicato qualsiasi vento, fulmine o accetta gli passi vicino.

Oggi se ne sentono dire tante, “sboom” della new economy, gestione dissennata del management, investimenti sbagliati e fuori luogo, assunzioni facili e sproporzionate e chi più ne ha più ne metta?
Come al solito, noi gente del sud siamo subito pronti a scendere dal carro appena fiutiamo la “malaparata” , ma a noi questo, sebbene ci ferisca, importa poco rispetto a ciò a cui più teniamo: la salvezza ed il rilancio della nostra società.

Quello che io rivendico con rabbia è il fatto che la bid.it! Spa sia stata una società sana, ancora oggi lo è, perché basata sugli elementi fondamentali del mercato che conosce come poche realtà del territorio,attiva da più di sette anni essendo stata una delle imprese pioniere dell’intero mezzogiorno, e non c’è bisogno di accanirsi troppo per capire come questo vento distruttivo della “new economy” abbia attraversato anche la nostra società né poteva essere altrimenti; ma proprio per le sue radici, proprio per le sue conoscenze di base non è stata ancora spazzata via. Chiunque legga la nostra storia ed i nostri bilanci può vederlo con estrema chiarezza.

Questa società ha raggiunto dei risultati eccezionali.

Partendo da qui, da un territorio difficile, abbiamo creato una realtà nota a livello nazionale, leader in italia nel settore del dinamic pricing (aste on line e gruppi d’acquisto) e dei servizi Web allo sport (Milan Calcio, Torino, Bari e Napoli Calcio).
Come web agency abbiamo raggiunto una posizione di riferimento in Puglia. Abbiamo creato know how e formato decine e decine di giovani che oggi fanno impresa e lavorano in contesti più elevati che nessuna scuola o tanto peggio la strada avrebbero mai permesso.

Fieri di appartenere ad una terra che non sarà certo la California d’Europa ma è la Puglia e tanto ci soddisfa pienamente, abbiamo lanciato anni fa una scommessa che nel tempo si è rivelata lungimirante: il portale dedicato alla nostra regione Puglia.net.

Basta dare un’occhiata alla rassegna stampa presente sul nostro sito – all’indirizzo http://www.bid.it/credits.asp – per leggere i commenti che la stampa nazionale ed estera, specializzata e generalista ha dedicato ad un’impresa di Barletta, Puglia, Sud.

E dire che recentemente una studentessa di giurisprudenza dell’Università di Bari si è laureata dedicando la sua tesi alle Aste on Line e alla Bid.it!…

Ma ad un certo punto, improvvisamente, inaspettatamente è successo qualcosa che non abbiamo più capito, tutto si è fermato, arenato, è come se di colpo si fosse caduti in una palude di sabbie mobili. E’ scoppiata una maledetta guerra tra soci istituzionali che non capiamo, non comprendiamo, suicida….


Improvvisamente abbiamo perso i nostri riferimenti, i nostri obiettivi, i nostri piani, tutto si è trasformato in una lunga e vana attesa, un attesa di un nuovo assetto societario e di una nuova riqualificazione societaria. Ero pronto, come sono pronto, a farmi da parte.

Una crisi durata ben otto mesi i cui motivi non abbiamo mai compreso del tutto, e che hanno portato al progressivo deteriorarsi dell’ambiente lavorativo e della stessa azienda, nell’impossibilità di proseguire la sua azione…

E’ stato solo l’attaccamento nei confronti della nostra società, della nostra azienda a farci lavorare ben otto mesi, con un team affiatato che lavorava pur senza percepire lo stipendio, sicuri che tutto si sarebbe messo a posto, come del resto gli stessi soci istituzionali dichiaravano nelle varie assemblee, ahimè solo a parole.

E quando i ragazzi hanno deciso di protestare, lo hanno fatto dimostrando paradossalmente il loro attaccamento alla Bid.it! SpA., dimostrando quella creatività, quell’ironia, quella conoscenza dello strumento informatico che in pochi possiedono…

Abbiamo aspettato, abbiamo lottato, i ragazzi hanno persino scioperato ad oltranza, ma mai come oggi ci sentiamo vicini alla fine e mai come oggi ci sentiamo tutti uniti nel lanciare un appello alle forze politiche e alle forze economiche: che non permettano la distruzione di quell’ulivo, forte e radicato, rappresentato dalla bid.it! Spa.


Nessuno di noi dimentica l’euforia e l’entusiasmo che attraversarono la nostra azienda nei giorni in cui le due grandi banche del territorio annunciarono il loro ingresso con progetti di sviluppo ed occupazione, mai ci sentimmo più forti e sicuri del nostro avvenire. Quel giorno sapevamo come il nostro ulivo fosse diventato adulto e che nulla avrebbe potuto sradicarlo!

Adesso tutto quello che Bid.it! rappresenta (per il mercato; per la città/regione; per le possibilità culturali e occupazionali in settori-chiave per lo sviluppo tecnologico) è a un passo dalla parola fine.

Riteniamo che questo sia a dir poco paradossale in un momento in cui l’Unione Europea e il Ministro dell’Innovazione Tecnologica scandiscono tempi e programmi per portare le P.A. su Internet -iniziativa “Go Digital!”-; per agevolare e stimolare l’uso delle tecnologie nei settori pubblici e privati; per realizzare i famosi progetti di e-government ed e-procurement.

Abbiamo scoperto sulla nostra pelle che molto spesso a pronunciarsi sulle sorti della nostra azienda sono persone lontane, che non conoscono la realtà pugliese e meridionale.

C’è tanto da fare nel settore ITC qui al Sud, e Bid.it!, nella sua posizione a livello nazionale con soci tecnologici del calibro di DADA Spa, per la verità partner sicuro ed affidabile sin dalla nostra fondazione, ha la strada già spianata?

Per questo ci rivolgiamo a chi conosce e deve conoscere queste realtà: la posta in gioco è troppo alta. Sappiamo, tra l’altro, come il tempo sia oramai agli sgoccioli, come il 27 maggio sia l’ultimo giorno utile…

Nel corso del tempo, nella mia veste di imprenditore meridionale, ho sempre dedicato ogni mia risorsa alla realizzazione del progetto altamente innovativo nel quale credevo fermamente, come credo tutt’ora. Credo ancora, nonostante tutto, nella sensibilità delle istituzioni finanziarie e politiche verso le risorse del proprio territorio, proprio ora che da Bruxelles e da Roma auspicano il passaggio ai servizi digitali dei settori privati e pubblici.

Credo e voglio credere che a prevalere sarà la volontà di costruire e non di distruggere.

Con cordialità,
Ing. Antonio Manno
Presidente bid.it! Spa

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Pubblicato il 20 mag 2002
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