CdA Telecom, the day after

CdA Telecom, the day after

Le decisioni ufficializzate dall'incumbent hanno suscitato, com'era prevedibile, un vasto assortimento di reazioni
Le decisioni ufficializzate dall'incumbent hanno suscitato, com'era prevedibile, un vasto assortimento di reazioni

Roma – Sorpresa, sconcerto, accettazioni con riserva, richieste di chiarimento: sono eterogenee le reazioni al riassetto organizzativo approvato lunedì dal Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia .

“Ho incontrato Tronchetti Provera dieci giorni fa” riferisce un sorpreso e “sconcertato” Romano Prodi, secondo quanto riportato da Adnkronos/IGN : “Abbiamo avuto un colloquio molto approfondito, ma non mi ha assolutamente accennato a una ristrutturazione societaria così importante, radicale e diversa dalla strategia che lui stesso aveva proposto due anni fa (…) Esamineremo il contenuto della proposta quando sarà fatta in modo articolato e approfondito. Il governo ha il diritto di conoscere i contenuti e le motivazioni di una proposta così importante e radicale per il futuro del Paese” .

Arrivano anche le posizioni espresse dagli addetti ai lavori, ossia da chi opera in prima persona nel mondo delle TLC. Questo il comunicato diffuso ieri da AIIP , che esprime sulla decisione un apprezzamento condizionato:
“Sollecitiamo in prima linea da anni lo scorporo della rete dell’accesso di Telecom Italia e finalmente sta divenendo realtà, confermando la validità delle posizioni espresse da AIIP, Associazione Italiana Internet Provider.
Valuteremo con attenzione nelle prossime settimane l’esito del mandato conferito dal CdA al Presidente Tronchetti Provera di “individuare, oltre alla rete di accesso, eventuali ulteriori attività da integrare nella società”
.
Il parere di AIIP potrebbe quindi essere definito favorevole con beneficio di inventario: “In particolare sarà fondamentale capire se l’operazione di scorporo comprenderà o meno le centrali e gli apparati ivi contenuti.
Se queste componenti non fossero comprese, di fatto Telecom Italia manterrebbe un controllo di molte leve utilizzabili in modo anticompetitivo, vanificando gli obiettivi dell’operazione per quanto riguarda la tutela della concorrenza”
.

Non manca nemmeno l’opinione dei movimenti dei consumatori. Qui un estratto del comunicato diffuso da Adiconsum , non proprio entusiasta, soprattutto per le possibili ripercussioni dell’operazione sui mercati finanziari (il testo integrale è disponibile qui ):
La decisione di Telecom di tornare alla situazione societaria precedente al 2005, scindendo TIM e vendendo la rete, è una scelta comprensibile solo alla luce della improrogabile necessità di ridurre l’enorme debito accumulato (41 mld di euro). (…)
Dietro allo scorporo di Telecom non si intravvede alcun serio progetto di sviluppo industriale, semmai il preludio della cessione all’estero dell’ultimo operatore di telefonia mobile nazionale!
L’operazione può essere valutata quindi solo finanziariamente”
.

Adiconsum, nell’invitare i risparmiatori che hanno investito in Telecom a prestare la massima attenzione ad un eventuale ridimensionamento del titolo in Borsa, chiede quindi alla proprietà di esprimersi con chiarezza sul futuro di TIM e della rete fissa e auspica “che le Autorità, alla luce della nuova situazione, verifichino le licenze concesse a Telecom e a Tim per una loro eventuale ricalibratura (canone, frequenze, servizio universale, ecc.) e la corretta ripartizione del debito fra le future società” .

D.B.

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Pubblicato il
13 set 2006
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