Due ex manager, due scenari

Due ex manager, due scenari

Nobuyuki Idei e Carly Fiorina, ex manager rispettivamente di Sony e HP parlano delle difficoltà che stanno affrontando le aziende di cui hanno deciso a lungo le sorti
Nobuyuki Idei e Carly Fiorina, ex manager rispettivamente di Sony e HP parlano delle difficoltà che stanno affrontando le aziende di cui hanno deciso a lungo le sorti

Nobuyuki Idei , dieci anni ai vertici di Sony, dieci anni in cui il colosso giapponese ha dovuto affrontare cali di popolarità e problemi finanziari. Si è dimesso nel 2005 per il non roseo andamento dei bilanci, ma è rimasto consulente di Sony. Non nasconde i problemi in casa della sua ex azienda, ma lascia spazio all’ottimismo.

Carly Fiorina invece, donna manager di alto rango, è stata defenestrata da HP a febbraio 2005 dopo cinque anni da chairman e CEO, accusata di non aver gestito al meglio la fusione con Compaq , peraltro avversata da molti azionisti. Fusione che si sta ancora trascinando, tra strategie di management spesso incoerenti e ristrutturazioni che hanno visto allontanare quattordicimila dipendenti. Per non parlare dello scandalo intercettazioni che in queste settimane sta travolgendo i vertici di HP.

Nobuyuki Idei, ex chairman di Sony: ottimista e “patriota”
Le sue parole giungono da Barcellona, dalla European Technology Round Table, in un momento critico per il colosso giapponese: batterie difettose da ritirare dal mercato e ingente danno all’immagine per l’ affaire rootkit ; ritardo nel rilascio di Playstation 3 e immissione della console sul mercato giapponese in perdita; ristrutturazione finanziaria (e diecimila licenziamenti) per tentare di correggere i conti in rosso.

Idei ammette di invidiare Steve Jobs di Apple per aver intuito quale sarà la via da battere per mettere in atto il processo di trasformazione del computer in un centro di intrattenimento . Riguardo agli scarsi risultati di Sony nell’ambito dei lettori musicali portatili, Idei imputa la responsabilità al fatto di non aver saputo fronteggiare la strategia Apple. E rivela che Jobs è sempre stato particolarmente attratto da Sony (“forse gli sarebbe piaciuto diventarne CEO”), al punto di conoscerla a fondo e da poterla attaccare anche su un fronte in cui era leader.

Per ciò che riguarda Playstation 3, Idei sembra non temere Microsoft. “Microsoft non è una technology company : il chip della sua XBox 360 è un chip ordinario, mentre, per Playstation 3, IBM e Sony hanno lavorato a un chip di nuova generazione”.

“L’industria dell’elettronica di consumo giapponese è in crisi, ma si può fare qualcosa”. Si dimostra ottimista l’ex dirigente di Sony, e prospetta un futuro di transizione ma anche di consolidamento, nonostante la rivale industria dell’intrattenimento coreana sembri guadagnare sempre più posizioni. L’industria coreana, infatti, ha accelerato solo dopo la crisi finanziaria asiatica, dopo il 1998: in quel periodo Sony ha pagato tanto, ma è stato un investimento che darà i suoi frutti. A parere di Idei, basterà che le industrie giapponesi perseguano una strategia comune e rivolgano lo sguardo ad un futuro in cui la tv sarà un portale di accesso alla Rete .

Non mancano gli attacchi più o meno velati a Sir Howard Stringer , il primo dirigente non giapponese a capo di Sony. Se, da un lato, Idei afferma di ritenere che il Gallese sia stato un buon acquisto, spera, però, che a condurre Sony verso lidi più tranquilli sia un giovane manager, magari giapponese, un “netizen”, specifica.
Carly Fiorina, laureata in storia medievale, da umile receptionist, scalando posizioni su posizioni, è passata ad interpretare il ruolo di controversa protagonista della fusione HP-Compaq. Ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti in un libro, Tough Choices: A Memoir . In un’ intervista rilasciata a Wired parla della situazione in cui versa l’azienda che l’ha allontanata. E intende togliersi qualche soddisfazione.

A proposito dello scandalo intercettazioni, emerso da poco, ma che risale ai mesi in cui Fiorina furoreggiava, la ex CEO ha poco da rivelare. Non ne è sorpresa e ritiene saggio limitarsi a dire che la riservatezza, per il board di un’azienda, è estremamente importante.

Riguardo invece alla fusione con Compaq , Fiorina non si rimprovera nulla: “Penso che la fusione con Compaq sia stata la strada giusta da battere. Avevamo bisogno del background culturale che ha apportato Compaq. Senza la fusione la nostra posizione si sarebbe indebolita”.
Ma allora per quale motivo è stata “licenziata”? Per quale motivo molti nella dirigenza di HP erano avversi alla sua strategia? Carly Fiorina ritiene che i sentimenti personali nei suoi confronti e gli interessi di alcuni dirigenti possano aver offuscato la razionalità che avrebbe dovuto far comprendere qual fosse l’interesse dell’azienda .

La situazione in cui ora versa HP? La ex chairman e CEO ritiene sia solo un brutto momento . Le sembra lampante: all’inizio del 2005, l’azienda era leader nella gestione dei costi, nel tasso di innovazione, nella quota di mercato e nella customer satisfaction , dunque la situazione attuale è il prezzo da pagare per la leadership, ottenuta con un grande dispendio di energie.

Fiorina dichiara inoltre che l’obiettivo del suo libro è spiegare alle persone in modo concreto le dinamiche del business. Intende insistere su un concetto che i più – dice – non comprendono: i numeri sono spesso infidi, il business riguarda le persone . E sono le persone che possono incidere su indicatori significativi come la customer satisfaction e la capacità di innovare. Una tesi che non solo sembra riecheggiare quelle del Cluetrain Manifesto ma che suona anche come un’esortazione nei confronti di HP.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
11 ott 2006
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